FORUM RADIOAMATORIALE - La fisica e i ravioli della nonna
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 La fisica e i ravioli della nonna
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IZ2UUF

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Inserito il - 18/05/2017 : 13:04:56  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ2UUF Invia a IZ2UUF un Messaggio Privato
Uno dei piatti forti di mia nonna erano i ravioli di magro. Ella dapprima preparava la pasta, amalgamando farina e uova. Finita questa operazione, univa gli spinaci con la ricotta, il parmigiano e la noce moscata. A questo punto stendeva la pasta, ci metteva il ripieno e creava tanti ravioli dalla forma elegante.
Benché fosse solo una contadina dall'istruzione elementare, mia nonna non buttava tutti gli ingredienti, uova, farina, spinaci, ricotta, in un unico calderone tentando di tirarne fuori dei ravioli. Essa invece applicava diligentemente l'unica arma che l'essere umano ha per affrontare problemi complessi: analisi e sintesi.

Nessuno di noi può affrontare problemi che non siano veramente elementari se, consapevomente o meno, non applica analisi e sintesi.

Abbiamo analisi quando scomponiamo un problema complesso in più problemi di complessità inferiore. Un problema complesso ha infinite scomposizioni, ma di solito poche sono adatte allo scopo che ci si prefigge. Per mia nonna produrre 50 ravioli unendo farina, uova, spinaci, ricotta e grana in una sola manovra sarebbe stato un problema troppo complesso. Poteva dividere il problema a metà, producendo due tranches da 25 ravioli l'una, ma non lo faceva: questa scomposizione avrebbe ridotto solo la quantità, non certo la complessità.
Invece divideva il lavoro nell'elaborazione di due componenti, la pasta e il ripieno, che potevano essere preparati separatamente. Mia nonna, inconsapevolmente, nella decomposizione analitica seguiva il criterio di minima interdipendenza e massima coesione.

Al lavoro di analisi, seguiva la sintesi. Abbiamo una sintesi quando da una serie di concetti separati ne traiamo uno nuovo che ha perso informazione. Analisi e sintesi sono procedimenti logici, che esistono nella nostra testa, necessari a superare il limite delle poche informazioni che il nostro cervello riesce a correlare contemporaneamnete.
Il linguaggio, che è il modo in cui rappresentiamo l'informazione, supporta questo processo: quelli che erano uova e farina ora si chiamano "pasta"; quelli che erano ricotta e spinaci, ora si chiamano "ripieno". Essi si sono trasformati in due concetti elementari, due "ingredienti" della fase successiva.
Mentre preparava la pasta, mia nonna era nel ruolo della pastaia, maneggiava uova e farina e produceva la pasta. Nella fase successiva, mia nonna era nel ruolo della raviolaia, maneggiava pasta e ripieno e produceva ravioli. In quel momento, di che cosa fosse fatta la pasta era irrilevante: l'unica preoccupazione era stenderla e riempirla col ripieno.
E' tanto vero che uno potrebbe anche comprare la pasta già pronta al supermercato e fare i ravioli ugualmente senza avere la benché minima idea di cosa ci sia dentro la pasta.
In questa fase l'impasto di uova e farina si chiama "pasta", ma sempre uova e farina sono: "pasta", come anche "ripieno", sono concetti di fantasia creati per tenere basso il numero di elementi da gestire durante il passaggio successivo. Essi sono astrazioni, cioè meccanismi per eliminare tutta l'informazione non necessaria a questa fase della lavorazione.

Noi diamo per scontato che i ravioli si facciano con quella preparazione come fosse un procedimento ovvio, ma la sequenza analitica-sintetica usata da mia nonna era il frutto di secoli di raffinamento popolare. Ci accorgiamo di quanto sia difficile stabilire una nuova sequenza analitico-sintentica efficace quando, facendo un nuovo lavoro mai fatto prima, ci rendiamo conto che avremmo avuto vita più facile a relizzarlo diversamente: il famoso "senno di poi".

L'uomo è sempre stato affascinato dai fenomeni della natura che lo circonda ed ha sempre cercato di comprenderli per poterli controllare.
La natura però non aiuta: ci presenta miliardi di fenomeni contemporaneamente e la nostra limitata capacità di correlazione delle informazioni non ci consente di comprenderne le regole. Per secoli l'umanità si è adoperata per applicare dei modelli basati su analisi e sintesi ai fenomeni e a furia di tentativi, errori e rifacimenti, si è pian piano giunti al modello fisico odierno.

Una delle differenze tra le ricette di cucina e le ricette di fisica è che queste ultime si esprimono tramite la matematica, che è un linguaggio formale. Tra le tante caratteristiche notevoli dei linguaggi formali abbiamo che l'espressione è sempre completa: cioè, in quanto viene espresso non vi sono concetti sottointesi. Quando leggiamo la ricetta dei ravioli, è sottointeso che la pasta deve essere giustamente salata, non deve essere ammuffita, deve essere commestibile, deve avere un sapore gradevole e mille altri dettagli. A chi non è mai capitato di trovarsi al primo tentativo con una schifezza fumante pur avendo seguito la ricetta "alla lettera"?
I ricettari della fisica usano un linguaggio formale: in ogni ricetta sono indicati gli ingredienti, la preparazione e il risultato che si ottiene. Qualunque altro dettaglio non citato, non conta.
Quando il ricettario dice "s/t=v", s (spazio) e t (tempo) sono gli ingredienti, "/" è il modo di preparazione, "v" (velocità) è il prodotto sintetizzato che eliminerà "s" e "t" per produrre un singolo elemento semilavorato.

Se vogliamo sapere la variazione di frequenza dovuta all'effetto doppler del fischio un treno in arrivo, prendiamo dal ricettario di fisica la formula relativa che contiene la velocità del veicolo. A questa formula, che la velocità sia data da una tratta campione cronometrata, ottenuta a partire dalla massa e dall'energia cinetica del veicolo o ricevuta in sogno dal mago Othelma, non importa nulla fintanto che il dato è giusto. Se abbiamo spazio e tempo, eseguiamo l'operazione s/t=v proprio per sbarazzarci di spazio e tempo e trovarci con un unico valore astratto, la velocità, adatto a fare da ingrediente alla ricetta del doppler.
La velocità è una sintesi, cioè ha perso informazione: una volta che abbiamo una velocità, non siamo più in grado di dire quanto era lo spazio percorso; anzi, non sappiamo nemmeno dire se sia stata ottenuta misurando spazio e tempo e non, ad esempio, energia cinetica e massa.
Del resto, se non disponessimo della sintesi, ci troveremmo ad avere una formula per il doppler comprendente spazio e tempo, un'altra formula per il doppler comprendente energia cinetica e massa e altre numerose formule per il doppler per ogni possibile modo che abbiamo per ottenere la velocità. Ma non sarebbe un problema, perché senza sintesi, anche il doppler non esisterebbe essendo esso stesso una sintesi.

La stessa cosa avviene con qualunque altra sintesi in fisica, compresa la potenza. Non è vero che la potenza include sempre la resistenza, anzi: noi da tensione e resistenza calcoliamo la potenza al solo scopo di ottenere un dato sintetico, cioè proprio allo scopo di liberarci di tensione e resistenza e trovarci con un dato ad un livello di astrazione superiore che ci consenta di proseguire in ulteriori ragionamenti senza trascinarci dietro inutile zavorra.
Se nelle nostre operazioni ci fossimo ostinati sempre a costringere ogni valore calcolato a trascinarsi dietro i dati che l'hanno generato in maniera indiscriminata, saremmo stati sopraffatti molto rapidamente dalla quantità di informazioni ed oggi saremmo in giro con la clava in mano.
Se una formula fisica ha bisogno di potenza e resistenza per produrre un risultato, lo dice chiaramente, in maniera formale, senza giri di parole, indicando potenza e resistenza come parametri.

In questo contesto, il grande pericolo dal quale guardarsi, è la ritualità. L'applicazione di certe operazioni sempre allo stesso modo e sempre per lo stesso scopo, rischia di renderle "rituali": si fa così perché sì fa così ma si è persa di vista l'essenza dell'astrazione.
Infatti, non appena il percorso viene svolto in maniera inusuale, come convertire CV in dBm, diventa "irrituale" e quindi blasfemo.
Ed ecco che si confonde un concetto astratto, come la potenza, con le esigenze tecniche dei metodi per misurarla: la potenza esiste perché l'ha creata il tester ICE.
E si finisce così a divinizzare uno degli infiniti parametri, la resistenza, che in fisica è solo uno dei tanti, perché essendo stampato su tutti gli strumenti, ha potuto farsi più pubblicità degli altri. E da qui si procede come quando la bici finisce con le ruote nelle rotaie del tram: incanalati in un percorso obbligato, impossibilitati a cambiare direzione e con il costante pericolo di cadere a terra.



Davide
IZ2UUF








Modificato da - IZ2UUF in Data 18/05/2017 13:06:21

 Firma di IZ2UUF 
IZ2UUF - Op.Davide - Torre di Santa Maria (SO) JN46wf
Sezione ARI 2301 Sondrio - IQ2UL

 Regione Lombardia  ~ Prov.: Sondrio  ~ Città: Torre di Santa Maria  ~  Messaggi: 504  ~  Membro dal: 09/03/2011  ~  Ultima visita: 08/02/2024

IK2PCU

oltre 3000 messaggi sul Forum


Inserito il - 18/05/2017 : 13:31:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IK2PCU Invia a IK2PCU un Messaggio Privato
Messaggio di IZ2UUF

Uno dei piatti forti di mia nonna erano i ravioli di magro. Ella dapprima preparava la pasta, amalgamando farina e uova. Finita questa operazione, univa gli spinaci con la ricotta, il parmigiano e la noce moscata. A questo punto stendeva la pasta, ci metteva il ripieno e creava tanti ravioli dalla forma elegante.
Benché fosse solo una contadina dall'istruzione elementare, mia nonna non buttava tutti gli ingredienti, uova, farina, spinaci, ricotta, in un unico calderone tentando di tirarne fuori dei ravioli. Essa invece applicava diligentemente l'unica arma che l'essere umano ha per affrontare problemi complessi: analisi e sintesi.

e quindi???
Nessuno di noi può affrontare problemi che non siano veramente elementari se, consapevomente o meno, non applica analisi e sintesi.

Abbiamo analisi quando scomponiamo un problema complesso in più problemi di complessità inferiore. Un problema complesso ha infinite scomposizioni, ma di solito poche sono adatte allo scopo che ci si prefigge. Per mia nonna produrre 50 ravioli unendo farina, uova, spinaci, ricotta e grana in una sola manovra sarebbe stato un problema troppo complesso. Poteva dividere il problema a metà, producendo due tranches da 25 ravioli l'una, ma non lo faceva: questa scomposizione avrebbe ridotto solo la quantità, non certo la complessità.
Invece divideva il lavoro nell'elaborazione di due componenti, la pasta e il ripieno, che potevano essere preparati separatamente. Mia nonna, inconsapevolmente, nella decomposizione analitica seguiva il criterio di minima interdipendenza e massima coesione.

Al lavoro di analisi, seguiva la sintesi. Abbiamo una sintesi quando da una serie di concetti separati ne traiamo uno nuovo che ha perso informazione. Analisi e sintesi sono procedimenti logici, che esistono nella nostra testa, necessari a superare il limite delle poche informazioni che il nostro cervello riesce a correlare contemporaneamnete.
Il linguaggio, che è il modo in cui rappresentiamo l'informazione, supporta questo processo: quelli che erano uova e farina ora si chiamano "pasta"; quelli che erano ricotta e spinaci, ora si chiamano "ripieno". Essi si sono trasformati in due concetti elementari, due "ingredienti" della fase successiva.
Mentre preparava la pasta, mia nonna era nel ruolo della pastaia, maneggiava uova e farina e produceva la pasta. Nella fase successiva, mia nonna era nel ruolo della raviolaia, maneggiava pasta e ripieno e produceva ravioli. In quel momento, di che cosa fosse fatta la pasta era irrilevante: l'unica preoccupazione era stenderla e riempirla col ripieno.
E' tanto vero che uno potrebbe anche comprare la pasta già pronta al supermercato e fare i ravioli ugualmente senza avere la benché minima idea di cosa ci sia dentro la pasta.
In questa fase l'impasto di uova e farina si chiama "pasta", ma sempre uova e farina sono: "pasta", come anche "ripieno", sono concetti di fantasia creati per tenere basso il numero di elementi da gestire durante il passaggio successivo. Essi sono astrazioni, cioè meccanismi per eliminare tutta l'informazione non necessaria a questa fase della lavorazione.

Noi diamo per scontato che i ravioli si facciano con quella preparazione come fosse un procedimento ovvio, ma la sequenza analitica-sintetica usata da mia nonna era il frutto di secoli di raffinamento popolare. Ci accorgiamo di quanto sia difficile stabilire una nuova sequenza analitico-sintentica efficace quando, facendo un nuovo lavoro mai fatto prima, ci rendiamo conto che avremmo avuto vita più facile a relizzarlo diversamente: il famoso "senno di poi".

L'uomo è sempre stato affascinato dai fenomeni della natura che lo circonda ed ha sempre cercato di comprenderli per poterli controllare.
La natura però non aiuta: ci presenta miliardi di fenomeni contemporaneamente e la nostra limitata capacità di correlazione delle informazioni non ci consente di comprenderne le regole. Per secoli l'umanità si è adoperata per applicare dei modelli basati su analisi e sintesi ai fenomeni e a furia di tentativi, errori e rifacimenti, si è pian piano giunti al modello fisico odierno.

Una delle differenze tra le ricette di cucina e le ricette di fisica è che queste ultime si esprimono tramite la matematica, che è un linguaggio formale. Tra le tante caratteristiche notevoli dei linguaggi formali abbiamo che l'espressione è sempre completa: cioè, in quanto viene espresso non vi sono concetti sottointesi. Quando leggiamo la ricetta dei ravioli, è sottointeso che la pasta deve essere giustamente salata, non deve essere ammuffita, deve essere commestibile, deve avere un sapore gradevole e mille altri dettagli. A chi non è mai capitato di trovarsi al primo tentativo con una schifezza fumante pur avendo seguito la ricetta "alla lettera"?
I ricettari della fisica usano un linguaggio formale: in ogni ricetta sono indicati gli ingredienti, la preparazione e il risultato che si ottiene. Qualunque altro dettaglio non citato, non conta.
Quando il ricettario dice "s/t=v", s (spazio) e t (tempo) sono gli ingredienti, "/" è il modo di preparazione, "v" (velocità) è il prodotto sintetizzato che eliminerà "s" e "t" per produrre un singolo elemento semilavorato.

Se vogliamo sapere la variazione di frequenza dovuta all'effetto doppler del fischio un treno in arrivo, prendiamo dal ricettario di fisica la formula relativa che contiene la velocità del veicolo. A questa formula, che la velocità sia data da una tratta campione cronometrata, ottenuta a partire dalla massa e dall'energia cinetica del veicolo o ricevuta in sogno dal mago Othelma, non importa nulla fintanto che il dato è giusto. Se abbiamo spazio e tempo, eseguiamo l'operazione s/t=v proprio per sbarazzarci di spazio e tempo e trovarci con un unico valore astratto, la velocità, adatto a fare da ingrediente alla ricetta del doppler.
La velocità è una sintesi, cioè ha perso informazione: una volta che abbiamo una velocità, non siamo più in grado di dire quanto era lo spazio percorso; anzi, non sappiamo nemmeno dire se sia stata ottenuta misurando spazio e tempo e non, ad esempio, energia cinetica e massa.
Del resto, se non disponessimo della sintesi, ci troveremmo ad avere una formula per il doppler comprendente spazio e tempo, un'altra formula per il doppler comprendente energia cinetica e massa e altre numerose formule per il doppler per ogni possibile modo che abbiamo per ottenere la velocità. Ma non sarebbe un problema, perché senza sintesi, anche il doppler non esisterebbe essendo esso stesso una sintesi.

La stessa cosa avviene con qualunque altra sintesi in fisica, compresa la potenza. Non è vero che la potenza include sempre la resistenza, anzi: noi da tensione e resistenza calcoliamo la potenza al solo scopo di ottenere un dato sintetico, cioè proprio allo scopo di liberarci di tensione e resistenza e trovarci con un dato ad un livello di astrazione superiore che ci consenta di proseguire in ulteriori ragionamenti senza trascinarci dietro inutile zavorra.
Se nelle nostre operazioni ci fossimo ostinati sempre a costringere ogni valore calcolato a trascinarsi dietro i dati che l'hanno generato in maniera indiscriminata, saremmo stati sopraffatti molto rapidamente dalla quantità di informazioni ed oggi saremmo in giro con la clava in mano.
Se una formula fisica ha bisogno di potenza e resistenza per produrre un risultato, lo dice chiaramente, in maniera formale, senza giri di parole, indicando potenza e resistenza come parametri.

In questo contesto, il grande pericolo dal quale guardarsi, è la ritualità. L'applicazione di certe operazioni sempre allo stesso modo e sempre per lo stesso scopo, rischia di renderle "rituali": si fa così perché sì fa così ma si è persa di vista l'essenza dell'astrazione.
Infatti, non appena il percorso viene svolto in maniera inusuale, come convertire CV in dBm, diventa "irrituale" e quindi blasfemo.
Ed ecco che si confonde un concetto astratto, come la potenza, con le esigenze tecniche dei metodi per misurarla: la potenza esiste perché l'ha creata il tester ICE.
E si finisce così a divinizzare uno degli infiniti parametri, la resistenza, che in fisica è solo uno dei tanti, perché essendo stampato su tutti gli strumenti, ha potuto farsi più pubblicità degli altri. E da qui si procede come quando la bici finisce con le ruote nelle rotaie del tram: incanalati in un percorso obbligato, impossibilitati a cambiare direzione e con il costante pericolo di cadere a terra.



Davide
IZ2UUF









  Firma di IK2PCU 
IK2PCU Maurizio

 Regione Lombardia  ~ Prov.: Milano  ~ Città: milano  ~  Messaggi: 3197  ~  Membro dal: 26/02/2010  ~  Ultima visita: Oggi Torna all'inizio della Pagina

iw0fch

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Inserito il - 18/05/2017 : 13:51:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di iw0fch Invia a iw0fch un Messaggio Privato
Bravissimo Davide.
Aggiungo un link ad un semplice scritto sulla cui autorevolezza voglio sperare non ci siano dubbi:

http://microwave.unipv.it/pages/mis...a_perche.pdf

Per essere ulteriormente chiari: non si confonda il caso in cui si voglia passare dalla misura di una stessa grandezza fisica (in questo caso la potenza) da un sistema di riferimento ad un altro, rispetto al caso in cui si vogliano definire le conversioni tra grandezze fisiche diverse. Nel primo caso ho bisogno solamente della legge matematica (a volte solo un banale fattore numerico di conversione) tra i due sistemi di riferimento; nel secondo caso potrei (sottolineo “potrei”) avere bisogno di introdurre entità fisiche diverse per relazionare correttamente le due grandezze qualora non si “parlino” direttamente (in senso matematico, ovviamente, visto che il “linguaggio” attraverso il quale riesco ad esprimere in modo affidabile ed inequivocabile le leggi della fisica è unicamente la matematica). Quindi, per rimanere in tema, è OVVIO che per definire la potenza elettrica ho bisogno, se voglio rapportarla ad altre grandezze conosciute (potenziale, corrente), di definire una resistenza di carico, ma se voglio passare da un sistema di misura della potenza ad un altro, senza passare da grandezze fisiche diverse, è sufficiente definire il rapporto matematico tra i due. Non serve altro. Con buona pace di tutti.

Giorgio IW0FCH








Modificato da - iw0fch in data 18/05/2017 13:52:22

  Firma di iw0fch 
Sez. ARI di Roma - IQ0RM
UMT - Urbe Microwaves Team - Coordinatore

 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 175  ~  Membro dal: 11/05/2005  ~  Ultima visita: 20/06/2024 Torna all'inizio della Pagina

i1qii

oltre 1000 messaggi sul Forum


Inserito il - 18/05/2017 : 14:35:30  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i1qii Invia a i1qii un Messaggio Privato

L'approccio scientifico alla realtà ci ha resi più liberi ma lo "sminuzzare" ed il concettualizzare
ad oltranza inevitabilmente limita la visione del mondo!
Un tempo, semplicemente, si diceva: "Cum grano salis".
Cari 73
Diego









  Firma di i1qii 
I1QII - Diego

 Regione Piemonte  ~ Prov.: Torino  ~  Messaggi: 1066  ~  Membro dal: 16/12/2004  ~  Ultima visita: 30/08/2024 Torna all'inizio della Pagina

IZ2DQB

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Inserito il - 18/05/2017 : 15:06:31  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ2DQB Invia a IZ2DQB un Messaggio Privato
Ciao a tutti,

ho letto con piacere la analogia culinaria.

Ho reminiscenze di quando si studiava il concetto di equivalente meccanico del calore: serviva a capire che l’ energia non solo si conserva, ma puo’ essere convertita da una forma all’altra (da meccanica a termica a elettromagnetica a gravitazionale a nucleare forte e debole). La potenza, che non e’ altro che una variazione di energia nel tempo, segue di conseguenza: si puo’ esprimere la potenza meccanica in W e, se rapportata al mW, anche in dBm.
Di contro si potrebbe esprimere la potenza elettrica dissipata in un carico in una unita’ poco usuale come il Nm/s o il CV senza alterarne il valore. E’ la stessa cosa.
Oppure ancora si puo’ misurare la potenza elettrica con metodi propri della termodinamica, quindi misurando variazioni di temperatura nel tempo, senza dover per forza misurare correnti e tensioni.

Ciao,
Francesco.








Modificato da - IZ2DQB in data 18/05/2017 18:03:10

  Firma di IZ2DQB 
73,
Francesco IZ2DQB.

 Messaggi: 111  ~  Membro dal: 09/11/2014  ~  Ultima visita: 08/06/2024 Torna all'inizio della Pagina

I2BRT

ex iw1awh



Inserito il - 18/05/2017 : 15:18:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I2BRT Invia a I2BRT un Messaggio Privato
Letto tutto il post di Davide.
Bella analogia, interessante argomento l'argomento che vuoi evidenziare, esposto con simpatia, in leggerezza e comprensibile a chiunque (anche perché scritto in perfetta lingua italiana, con rispetto delle regole grammaticali e punteggiature pure !).
Grazie !!!!
73 de Rick .








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Rick - I2BRT Milano
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iz2eas

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Inserito il - 18/05/2017 : 15:25:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di iz2eas Invia a iz2eas un Messaggio Privato

Bravo Davide,

rigoroso e ben scritto - anche se mi ha fatto venir fame .

73,

Michele








Città: Milano  ~  Messaggi: 672  ~  Membro dal: 26/01/2006  ~  Ultima visita: 23/08/2024 Torna all'inizio della Pagina

IU2GEB

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Inserito il - 18/05/2017 : 15:37:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IU2GEB Invia a IU2GEB un Messaggio Privato
IZ2UUf ...la prossima volta vedi magari di stringere un attimino il discorso ....non che non vada bene..però uno arriva alla fine e non si ricorda piu cosa c'era scritto all'inizio ...IU2G&B 73' Renè







 Messaggi: 129  ~  Membro dal: 12/03/2016  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

IW2OGQ

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Inserito il - 18/05/2017 : 16:14:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IW2OGQ Invia a IW2OGQ un Messaggio Privato
IU2GEB ha scritto:

IZ2UUf ...la prossima volta vedi magari di stringere un attimino il discorso ....non che non vada bene..però uno arriva alla fine e non si ricorda piu cosa c'era scritto all'inizio ...IU2G&B 73' Renè


Cosa posso dirti GEB, io melo sono letto tutto d'un fiato.
Poi altre due volte, non ti stanchi mai di leggerlo, sembra la pagina di un libro.
73 de Rick








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IW2OGQ I/5483/MI SWARL IZ2190SWL
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IU2ANW

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Inserito il - 18/05/2017 : 21:02:35  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IU2ANW Invia a IU2ANW un Messaggio Privato
Perfetta distinzione tra principi fisici e matematica conversione tra grandezze. Cosa mai chiarita purtroppo in altre discussioni con relative incomprensioni. Bravo.
Saluti
Vincenzo








Modificato da - IU2ANW in data 18/05/2017 21:04:21

  Firma di IU2ANW 
IU2ANW-Vincenzo

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ik2wqh

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Inserito il - 19/05/2017 : 00:06:08  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik2wqh Invia a ik2wqh un Messaggio Privato
Che dire...elegante!








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IZ2EIB

oltre 100 messaggi sul Forum


Inserito il - 19/05/2017 : 12:32:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ2EIB Invia a IZ2EIB un Messaggio Privato
Messaggio di IZ2UUF

La stessa cosa avviene con qualunque altra sintesi in fisica, compresa la potenza. Non è vero che la potenza include sempre la resistenza, anzi: noi da tensione e resistenza calcoliamo la potenza al solo scopo di ottenere un dato sintetico, cioè proprio allo scopo di liberarci di tensione e resistenza e trovarci con un dato ad un livello di astrazione superiore che ci consenta di proseguire in ulteriori ragionamenti senza trascinarci dietro inutile zavorra.
Se nelle nostre operazioni ci fossimo ostinati sempre a costringere ogni valore calcolato a trascinarsi dietro i dati che l'hanno generato in maniera indiscriminata, saremmo stati sopraffatti molto rapidamente dalla quantità di informazioni ed oggi saremmo in giro con la clava in mano.
Se una formula fisica ha bisogno di potenza e resistenza per produrre un risultato, lo dice chiaramente, in maniera formale, senza giri di parole, indicando potenza e resistenza come parametri.



Davide
IZ2UUF


Ciao Davide,
se macino i ravioli in oggetto, ne ottengo una farina.
La farina ottenuta da questa trasformazione di consistenza, è ovvio (o almeno così dovrebbe essere) che sarà caratterizzata alla base da:
-Stessa ricetta;
-Stessi ingredienti;
-Stessa lavorazione;
-Stessi mezzi;
-Prodotti dalla stessa persona.

Nulla di TUTTO ciò scompare!
Come per altro previsto dalla legge fondamentale ponderale:
"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"*.
*(Formulazione, equazione e dimostrazione sono facilmente consultabili in letteratura scientifica).

Se è vero che nella formula P = V x I non si vede la presenza del carico, altrettanto è che lo stesso sia presente comunque.

Infatti V = R x I, per cui la formula completa é:

P = V x I = R x I^2

Parimenti al discorso della trasformazione dei ravioli di cui sopra, che se utilizzata quale ingrediente per una nuova ricetta (per esempio un impasto) è logico che conterrà comunque tutto quanto era presente in origine.

La zavorra (come la chiami tu) NON viene trascinata dietro in maniera indiscriminata.
Semplicemente è la formula che per produrre il risultato, la richiede chiaramente, in maniera formale, senza giri di parole, indicandola come parametro.

Ciao.

E data l'ora,
BUON appetito.

73 de IZ2EIB op. Fabio








  Firma di IZ2EIB 
73 de IZ2EIB op. Fabio
ARI , sezione di Gallarate (VA) - IQ2GM

 Regione Lombardia  ~ Prov.: Varese  ~ Città: Gallarate  ~  Messaggi: 284  ~  Membro dal: 18/04/2007  ~  Ultima visita: 31/07/2024 Torna all'inizio della Pagina
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