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i2sg

oltre 100 messaggi sul Forum


Inserito il - 08/05/2017 : 08:22:06  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i2sg Invia a i2sg un Messaggio Privato
Riordinando il mio archivio ho rintracciato uno studio per la realizzazione di oscillatori ad alta stabilità con transistori.Il lavoro apre una piccola finestra storica sullo studio dei circuiti utilizzando i parametri "Z" ed "h" prima dell'avvento generalizzato dei parametri "Y" e scattering "S" per le frequenze più alte. Questi parametri definiscono il transistore come un quadripolo e sono espressi come vettori in notazione polare o cartesiana (per funzionamento lineare a piccolo segnale ).
In verità lo studio dei circuiti con i parametri "Y" ha avuto vita breve anche perchè la caratterizzazione dei transistori - generalmente eseguita con ponti di misura General Radio - risulta difficile ed anche impossibile a frequenza superiori al GigaHerz perchè presuppone d'ottenere cortocircuiti ideali ai terminali del dispositivo. La nota tecnica riportata nelle 4 pagine allegate venne pubblicata nel 1965 sulla rivista " ALTA FREQUENZA " che al tempo raccoglieva i contributi della fiorente industria manufatturiera italiana del settore dell'elettronica professionale e civile , oggi scomparsa e sostituita da conglomerati essenzialmente commerciali di prodotti sviluppati e fabbricati oltreconfine o società/enti erogatori di servizi con riscossione di tariffe, tasse e contributi.

73 de I2SG / Gianfranco

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Modificato da - i2sg in Data 20/05/2017 09:47:16

Città: Milano  ~  Messaggi: 154  ~  Membro dal: 24/02/2009  ~  Ultima visita: 22/10/2024

IW2OGQ

oltre 500 messaggi sul Forum



Inserito il - 08/05/2017 : 18:22:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IW2OGQ Invia a IW2OGQ un Messaggio Privato
Società Generale Semiconduttori..ancora quando era SGS !
Adesso, dal 1998 diventata Stmicroelectronics..
Ciao Collega, ben trovato.
Ho lavorato ad Agrate tra il Luglio 2006 e Febbraio 2008, poi sono
ritornato alla mia sede iniziale di Cornaredo, vicino al mega complesso Italtel oramai in dismissione.
Saluti e buona serata.
Rick






  Firma di IW2OGQ 
IW2OGQ I/5483/MI SWARL IZ2190SWL
Sez. ARI di MAGENTA

 Regione Lombardia  ~ Prov.: Milano  ~ Città: Albairate  ~  Messaggi: 879  ~  Membro dal: 02/05/2016  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

IZ2DQB

oltre 100 messaggi sul Forum



Inserito il - 10/05/2017 : 09:13:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ2DQB Invia a IZ2DQB un Messaggio Privato
Ciao,

non entro nel merito della questione tecnica, peraltro interessante, su come venivano caratterizzate le strutture elementari nell’ industria nel passato rispetto a quanto viene fatto oggi. Penso che i mezzi e le tecniche siano molto cambiate e lo dico limitatamente alla mia breve esperienza dagli anni ’90 ad oggi. Oggi i sistemi sono sviluppati praticamente esclusivamente su specifiche cliente e si sviluppano prododotti integrati customizzati (ASICs) direttamente su tali specifiche: praticamente non esistono piu’, se non come nicchie di mercato, componenti general purpose con specifiche pubbliche che il singolo individuo possa utilizzare, comprendere e discutere.

Mi permetto pero’ di dissentire sulla affermazione circa la morte dell’ industria elettronica italiana. Forse sarebbe meglio dire che tale industria non e’ piu’ visibile dal punto di vista utente finale / consumer. Ma esiste, ed e’ in forma migliore di quanto ci si possa immaginare.
A mia conoscenza in italia ci sono almeno quattro grosse fabbriche produttive di microelettronica che servono i principali costruttori mondiali nel mercato consumer e automotive; tre di queste fabbriche sono italiane. C’e’ molta piu’ elettronica sviluppata, progettata e fabbricata in Italia in ogni automobile o smartphone di quanto ci si possa immaginare.

Le attivita’ che non sono piu’ in Italia sono quelle a basso valore aggiunto, tipicamente l’assemblaggio.

Ciao,
Francesco.






  Firma di IZ2DQB 
73,
Francesco IZ2DQB.

 Messaggi: 111  ~  Membro dal: 09/11/2014  ~  Ultima visita: 08/06/2024 Torna all'inizio della Pagina

i2sg

oltre 100 messaggi sul Forum


Inserito il - 10/05/2017 : 11:40:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i2sg Invia a i2sg un Messaggio Privato
Ciao Francesco ,

E' discutibile considerare l'industria cui ti riferisci solo non visibile ma esistente in forma migliore che nel passato. Faccio notare che:

- Già negli anni '60 del secolo scorso gli assemblaggi prima e le operazione di diffusione vennero trasferiti in Asia , nonché successivamente anche selezione, collaudo , controllo qualità , etc

- Anche gli utilizzatori finali ebbero accesso alla progettazione con terminali , librerie e programmi
dell'intero ciclo sino a collaudo , nei diversi stadi di processo di fabbricazione: ma in fondo cosa
avevano sviluppato se non il trasferimento delle proprie conoscenze a livello microchip.

Oggi la progettazione e produzione è polverizzata e dispersa a livello globale per cui gli stessi utilizzatori, al pari dei fabbricanti, hanno ne' preparazione ne' conoscenze d'insieme ed al pari di quanto avvenuto negli anni '60 sono semplicemente risultato di selezione opportunistiche di manodopera low cost e capital benefits, condizionamento geopolitico o strategico le cui chiavi risiedono altrove.
Spero vivamente che tu personalmente non venga mai coinvolto ma non mi meraviglierei che "overnight " le produzioni e le attività manufatturiere "invisibili" cui ti riferisci vengano trasferite altrove secondo un logica rispondente ad interessi terzi con impatto praticamente nullo sull'utilizzatore finale...
Come per l'industria manufatturiera in generale, i prodotti dalla fase concettuale alla fabbricazione su larga scala sono devoluti alle macchine che sono il risultato della ricerca di base nei settori chiave della fisica e scienze applicate : meccanica, ottica, metallurgia, elettronica, matematica etc. Tutto ciò è altrove...naturalmente tralasciando alcune eccezioni minori.
Alcuni anni orsono in occasione di un convegno radiantistico raccontai una storia surreale circa i radioamatori d'oggi al confronto con i pionieri che ci hanno preceduto.

Un giorno un OM aquista un transceiver dell'ultima generazione dotato di tutte le funzioni TX/TX concebili e nei primi giorni d'impiego , col petto pieno d'orgoglio spande a piene mani la propria abilità radiantistica peraltro risultata, in termini monetari, piuttosto costosa. Avviene che che un giorno, accendendo l'apparato, questo rimane bloccato in stato RX. Quindi contatta il venditore per provvedere alla riparazione. Questi lo rassicura, e benchè dotato di un laboratorio di assistenza, non risolve il problema e pertanto invia il transceiver alla fabbrica ove il fabbricante esegue la riparazione cambiando una scheda con software residente ed altri circuiti : ciò perchè il costruttore del circuito ASIC e relative periferiche non è in grado di fornire indicazioni utili al risolvere Il problema. Anche il costruttore di semiconduttori non è in grado di intervenire perchè il software residente e relativi check points (debug) sono stati devoluti ad una softerhouse alla quale sono state fornite le funzioni da svolgere definite in dettaglio dal progettista del transceiver... In ultima analisi tutti hanno fatto qualcosa ma nessuno ha individuato il problema . E il nostro radiamatore della storia? E' semplicemente l'anello di una lunga catena con la semplice funzione di operatore ed in termini di conoscenze è detentore del nulla. Ma, spinto dall'abile attività di marketing dei costruttori e commercianti, ritiene d'avere grandi capacità sino a credersi un novello Marconi...

73 de I2SG /Gianfranco






Modificato da - i2sg in data 11/05/2017 09:40:40

Città: Milano  ~  Messaggi: 154  ~  Membro dal: 24/02/2009  ~  Ultima visita: 22/10/2024 Torna all'inizio della Pagina

IZ2DQB

oltre 100 messaggi sul Forum



Inserito il - 10/05/2017 : 16:41:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ2DQB Invia a IZ2DQB un Messaggio Privato
Buongiorno Gianfranco,

grazie per la risposta. Leggo sempre con attenzione i tuoi lavori, penso che alcuni dovrebbero essere materia obbligatoria per ottenere la patente di radioamatore.

Per quello che riguarda la storia, lo stato e il futuro della elettronica in Italia, parlo limitatamente alla mia piccola esperienza, ma non mi sembra che sia cosi’ nera. Saro’ ottimista, ... sperem ...
30 anni si fa’ si facevano un sacco di caratterizzarizzazioni di componenti elementari in maniera manuale. Si lavorava una settimana alla determinzione della finestra di lavoro di una cella di memoria o alle caratteristiche di sottosoglia di un cmos p-ch, si usavano i parametric analyzer HP, gli impulsatori, gli oscilloscopi HP e Tektronics montati sul carrello (perche’ erano intrasportabili in altro modo). Si riassumenvano i risultati in articoli su carta che potevano anche essere divulgati all’ esterno e in base a queste caratterizzazioni si producevano componenti che andavano bene piu’ o meno per tutti: dalla grande industria al radioamatore che si faceva la radio in cantina.

Adesso, a parte le nicchie di mercato, la situazione e’ orientata al cliente. La modellizzazione dei componenti e’ fatta in maniera automatica su scale statisticamente imponenti (migliaia di componenti caratterizzati alla volta), coprendo tutte le possibili variazioni di processo, in modo da passare direttamente a chi progetta il prodotto customizzato, una serie di model sicure. Il prodotto finito e’ estremamente complesso e di solito funziona al primo colpo, ma solo per quelle specifiche cliente, e di fatto non e’ utilizzabile da altri.

E’ questa innovazione che permette di avere ancora una produzione stabile qui in Italia.
In estremo oriente sono molto abili nella produzione di massa a basso costo su basi consolidate, ma hanno estreme (molto estreme) difficolta’ nell’ inventarsi la piu’ piccola variazione di processo produttivo o nel rinnovare i prodotti.
Per alcuni clienti sensibili, il trasferimento della produzione da Italia a estremo oriente e’ devastante: difficile farlo overnight dato che richiede tempi di qualifica che si misurano in anni. Ancora piu’ difficile trasferire una tecnologia nuova, non ancora matura ma gia’ legata a un cliente specifico.

73, Francesco.






  Firma di IZ2DQB 
73,
Francesco IZ2DQB.

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