FORUM RADIOAMATORIALE - GU74B : filamenti in continua
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 GU74B : filamenti in continua
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ik3umt

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Inserito il - 23/03/2020 : 16:43:40  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
L'acom 2000A ha un paio di GU74B con i filamenti alimentati direttamente dal secondario del trasformatore , quindi in alternata a 12V

Per evitare problemi di variazioni della tensione di filamento indotte dalle variazioni di tensione di rete 220V pensavo di alimentare i filamenti con una tensione continua derivata da un'alimentatore switching 12V 50A naturalmente IN CONTINUA.

Facendo quattro chiacchere con i costruttori, mi hanno detto che non c'e' problema, c'e' da rivedere solamente il circuito di rilevazione tensione/corrente di filamento.

Io posso anche credergli, ma e' veramente la stessa cosa alimentare i filamenti in alternata o in continua ??






 Firma di ik3umt 
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73 de Federico - ik3umt@gmail.com



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iz2hfg

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Inserito il - 23/03/2020 : 20:00:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di iz2hfg  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di iz2hfg Invia a iz2hfg un Messaggio Privato
Ciao Federico,
L'unico vantaggio per amplificatori RF è teoricamente nella migliore e se vuoi più semplice regolazione della tensione di filamento.
Infatti come noto, per prolungare la vita ad un tubo nuovo, dopo qualche centinaio di ore funzionamento alla tensione nominale è bene ridurre la stessa di circa il 5% per poi tornare alla tensione nominale quando il tubo sarà stato "spremuto" (cioè non otterremo più la potenza in uscita di targa), successivamente di fronte ad ulteriore ed inevitabile calo di rendimento, si incrementa del 5% la tensione di filamento recuperando in parte le performance. Con tale metodologia è quindi possibile sfruttare al massimo il tubo allungandone di fatto la vita.

Per gli amplificatori BF le cose in teoria cambiano, nel senso che su alcune realizzazioni soprattutto ove il progettista ha deciso per una circuitazione con guadagno elevato, alimentare i filamenti in corrente continua favorisce la diminuzione del rumore, quindi un miglior S/N, migliorando anche i valori di IMD.

Un caro saluto.






Modificato da - iz2hfg in data 23/03/2020 20:06:44

  Firma di iz2hfg 
73 de Franco, IZ2HFG
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ik7bit

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Nota: 

Inserito il - 23/03/2020 : 20:26:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo Invia a ik7bit un Messaggio Privato
Puoi tranquillamente alimentare il filamento in corrente continua.
Usando pero' uno switching avrai sicuramente il problema che l'alimentatore vada in protezione all' accensione,perche' vedrebbe la bassa resistenza del filamento.
In passato quando si usavano switching negli amplificatori a tubi nel settore broadcasting,si usava un alimentatore che forniva circa 1,5V in alternata per riscaldare il filamento,dopo alcuni secondi interveniva lo switching.
Luca








Prov.: Bari  ~ Città: quella di "Mr. Volare Domenico Modugno"Polignano  ~  Messaggi: 375  ~  Membro dal: 15/02/2006  ~  Ultima visita: 02/11/2024 Torna all'inizio della Pagina

i0god

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Inserito il - 24/03/2020 : 05:41:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i0god Invia a i0god un Messaggio Privato
Nel mio PA che ho progettato e costruito 10 anni fa, la alimentazione di filamento per la GU84B è reaòizzata con un alimentatore serie lineare che fornisce i 27 V con 4 A usando un L123 e una coppia di 2N3055. Il circuito è limitato in corrente, settato a 4 A esatti; in questo modo non si ha sovracorrente all'accensione. E' evidente la maggiore complessità del circuito ma per una GU84B si fa questo ed altro. La valvola a regime assorbe 3.9 A anzichè i 4 di targa e ovviamente richiede un tempo di riscaldamento di 3 minuti prima di essere operativa. Mettici un bel circuito lineare e non te ne pentirai.
73 Godifredo






Modificato da - i0god in data 24/03/2020 05:42:27

 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 2871  ~  Membro dal: 13/08/2005  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

IW3INQ

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Inserito il - 25/03/2020 : 11:46:37  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IW3INQ  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  IW3INQ Invia a IW3INQ un Messaggio Privato
Buon giorno a tutti


Molto interessante la discussione ... a livello generale ....

Se si dovesse applicare l'eventuale modifica all'interno del Acom 2000A secondo me dovresti prima studiarti bene lo schema "scheda di controllo e protezione" ... non è proprio cosi facile apportare questa eventuale modifica ...
Per quello che posso dire per mia esperienza un amplificatore di questa complessità lo lascerei originale e quando sono da cambiare le valvole le cambi .... è abbastanza semplice, da ricordarsi di effettuare la taratura del bias successivamente la sostituzione delle valvole ...

Buona sperimentazione a tutti

73 Alex iw3inq







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ik3umt

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Inserito il - 25/03/2020 : 21:49:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Alex, gli avevo gia' dato un occhio.... il problema piu' grande e' che sia la rilevazione di tensioni e correnti che le protezioni sono progettate per un regime di alternata a 50HZ, con la continua e' un po' differente,
Il problema che si pone e' l'ampli che spesso va in protezione se si eccedono i 14Vcc di filamento (e gia' a quel valore e' una bella botta de vita per i tubi) oppure si va al di sotto degli 11 , ringraziando sempre enel che passa da 208 a 232 volts a seconda di come gli gira....

Un alimentatore lineare non sarebbe poi cosi' male, ma visto che avevo lo switching bello e pronto.....
Se non ricordo male l'amplificatore gia' prevede uno soft start e una protezione da extracorrente.






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IW3INQ

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Inserito il - 26/03/2020 : 15:30:54  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IW3INQ  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  IW3INQ Invia a IW3INQ un Messaggio Privato
Ciao Federico


A mio avviso "non ho visto il servece" l'unica possibilità che hai è quello scollegare le due connessioni dei filamenti in origine e fargli assorbire una corrente "bassa" cosi il uPc non si accorge che non gestisce più lui i filamenti.
E fare tutta la parte dei filamenti nuova in Vcc sempre tenendo monitorata e controllata sia tensione che corrente, in questo caso devi fare tutto nuovo ma fattibile, il tutto è anche facilmente riprisitinabile al suo origine ....

73 Alex iw3inq






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IU4FMS

oltre 50 messaggi sul Forum


Inserito il - 03/04/2020 : 16:06:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IU4FMS Invia a IU4FMS un Messaggio Privato
Sicuramente oggi è cambiato tutto, e probabilmente l'avvertenza non è più valida. Ad ogni modo, all'epoca dei grandi amplificatori di bassa frequenza HI FI a tubi, vi era il problema della corrente alternata, che si temeva potesse influenzare i vari stadi, soprattutto quelli d'ingresso, a causa dell'impedenza altissima.
A quei tempi si era cercato di alimentare gli stadi di BF in corrente continua, ma alla fine ha prevalso il sistema bilanciato verso massa in alternata. Il motivo era che i tubi, alimentati in continua, avevano vita molto più breve che non in alternata. Empiricamente era stato trovato che il valore di tensione alternata moltiplicato per la radice di due poteva essere ritenuto valido per trovare il valore di tensione in continua. Il sistema non ha avuto comunque grande seguito commerciale, a causa della supposta breve vita dei tubi.
Come ripeto, magari oggi lo stesso ragionamento non vale più.

Charles






 Regione Emilia Romagna  ~ Prov.: Parma  ~ Città: FIDENZA  ~  Messaggi: 60  ~  Membro dal: 16/08/2015  ~  Ultima visita: 04/03/2022 Torna all'inizio della Pagina

ik3umt

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Inserito il - 01/08/2021 : 13:38:06  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Riapro la discussione praticamente con lo stesso dubbio della domanda iniziale per potermi togliere il dubbio che alimentare un carico con CC o CA NON sia la stessa cosa...

Il valore della tensione sul carico in regime sinusoidale varia di continuo come sappiamo , e cosi' la potenza (media) dissipata dal carico.

Non mi sembra vi sia la medesima dissipazione di potenza sul medesimo carico alimentandolo con la medesima tensione in CC !!

Da qui la mia domanda.






Modificato da - ik3umt in data 01/08/2021 13:45:13

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i1ndp

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Inserito il - 01/08/2021 : 14:06:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i1ndp Invia a i1ndp un Messaggio Privato
Il valore che si usa per misurare la corrente alternata è per convenzione quello efficace ovvero il valore che provoca gli stessi effetti di una corrente continua quindi togliti il dubbio
perchè non ha ragione di esistere.
nando






 Regione Piemonte  ~ Prov.: Biella  ~ Città: magnano  ~  Messaggi: 1382  ~  Membro dal: 03/07/2008  ~  Ultima visita: 03/11/2024 Torna all'inizio della Pagina

ik3umt

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Inserito il - 01/08/2021 : 14:34:45  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Ecco.....




Il "valore efficace" si riferisce ad una grandezza elettrica alternata e si definisce come quel valore di grandezza elettrica che, in corrente continua e con lo stesso carico, produrrebbe la stessa quantità di calore.

In altre parole si ottiene il valore efficace di una corrente elettrica alternata quando essa circola in una resistenza che produce lo stesso calore che si avrebbe quando la stessa resistenza viene attraversata da una corrente continua.

Una tensione sinusoidale avente valor massimo di 325 V presenta valore efficace pari a 230 V.


Ho bisogno di un ricovero.....






Modificato da - ik3umt in data 01/08/2021 14:38:31

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ix1ixg

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Inserito il - 01/08/2021 : 15:19:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
Ciao Fede,

hai per caso fatto qualche misura riscontrando in pratica qualche anomalia relativamente all' aspetto teorico ? Tensione “true rms” e CC producono su R la medesima dissipazione media di potenza, tant' è che la misura della temperatura viene comunemente utilizzata a livello strumentale per determinare la tensione “true rms” relativa... Certamente poi parlando di un filamento alimentato in AC sappiamo che è sottoposto ad una tensione che varia in continuazione tra -V e +V ma questa variazione avviene molto velocemente 100 volte in 1 Sec. di conseguenza, possedendo esso una certa inerzia termica, manterrà la sua temperatura in maniera sufficientemente costante da non creare particolari problematiche...

Ciao a Tutti, Dave.






Modificato da - ix1ixg in data 01/08/2021 15:20:30

 Messaggi: 2207  ~  Membro dal: 15/05/2007  ~  Ultima visita: 01/02/2024 Torna all'inizio della Pagina

ik3umt

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Inserito il - 01/08/2021 : 16:40:24  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Ciao Dave, no nessuna misura , e' che con l'eta' dimentico per strada nozioni elementari... direi... che dovrebbero essere ormai "incastonate" nel cervello , invece....
Son partito a palla considerando la potenza applicata assimilabile all'area della sinusoide confrontando il VPicco della sinusoide con il Vpicco della continua e notando la differenza....
Quando invece l'area della sinusoide e' giustamente all'incirca pari all'area della Vcc quand'essa e' uguale al valore efficace dell'alternata.
Da quel che ricordo la somma delle aree gialle dovrebbe equivalere a quella rossa:




In poche parole "mi sto rincojonendo"






Modificato da - ik3umt in data 01/08/2021 16:47:55

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ix1ixg

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Inserito il - 01/08/2021 : 18:13:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
Ciao Fede,

capito, non consideravi che in CC la tensione di picco è sempre presente mentre in regime alternativo solo per un certo tempo e per un certo numero di volte al secondo... si l' area rossa e quella gialla, in una forma d' onda sinusoidale, presentano lo stesso valore quando la linea riferita a Veff si trova posizionata ad un valore pari a Vp/sqrt(2) , se invece la forma d' onda fosse quadrata, il valore di picco corrisponderebbe con Veff...
Tornando ai filamenti, considerando che il grosso della caduta di tensione dovrebbe verificarsi quando passi in tx, potresti anche pensare di aumentare leggermente la tensione di uscita del trasformatore relativo solo in quel determinato momento, chiaramente se vuoi compensare variazioni significative “indipendenti” della tensione di rete, quest' ultima soluzione servirebbe a poco...

Ciao a Tutti, Dave.






 Messaggi: 2207  ~  Membro dal: 15/05/2007  ~  Ultima visita: 01/02/2024 Torna all'inizio della Pagina

ik3umt

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Inserito il - 01/08/2021 : 22:41:51  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Invece di “correr dietro” alla tensione di rete che varia a seconda della potenza assorbita è da ciò che fornisce di momento in momento enel, preferirei fornire i bei 12Vcc regolati e protetti da alimentatore switching che accetta in ingresso 110-240 Vac senza curarmi d ciò che succede lato rete.
Non so invece se preoccuparmi (ma voi esperti in merito me lo suggerirete) della variazione molto più amplificata dell’anodica che vale Vrete X rapporto trasformatore X 1,41 dopo raddrizzatore.
Con una enel che passa da 208 a 230 V (a vuoto) e una caduta di 10-12v lungo il cavo tra vuoto e carico , mi capita di passare dai 198V in TX con Enel fiacca a 230V in RX con Enel “allegra”
Figurarsi l’anodica che escursioni ha….






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ik3bew

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Inserito il - 02/08/2021 : 00:31:01  Link diretto a questa risposta
ciao Federico, un saluto a tutti

ormai gli stabilizzatori di rete hanno raggiunto dei prezzi tutto sommato ragionevoli dipende solo da te se vale la pena o meno farci un pensierino

se invece si ha la necessità di alimentare i filamenti in continua delle valvole a riscaldamento diretto è buona norma, una volta stablito a quale tensione continua devono funzionare, invertire la polarità dopo un certo numero di ore di funzionamento allo scopo di normalizzare l'emissione



ik3bew edoardo






 Regione Veneto  ~ Prov.: Venezia  ~  Messaggi: 268  ~  Membro dal: 19/02/2012  ~  Ultima visita: 26/02/2023 Torna all'inizio della Pagina

i0god

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Inserito il - 02/08/2021 : 11:31:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i0god Invia a i0god un Messaggio Privato
ik3umt ha scritto:

Invece di “correr dietro” alla tensione di rete che varia a seconda della potenza assorbita è da ciò che fornisce di momento in momento enel, preferirei fornire i bei 12Vcc regolati e protetti da alimentatore switching che accetta in ingresso 110-240 Vac senza curarmi d ciò che succede lato rete.
Non so invece se preoccuparmi (ma voi esperti in merito me lo suggerirete) della variazione molto più amplificata dell’anodica che vale Vrete X rapporto trasformatore X 1,41 dopo raddrizzatore.
Con una enel che passa da 208 a 230 V (a vuoto) e una caduta di 10-12v lungo il cavo tra vuoto e carico , mi capita di passare dai 198V in TX con Enel fiacca a 230V in RX con Enel “allegra”
Figurarsi l’anodica che escursioni ha….

Il tuo commento è più che giusto tanto che io mi chiedo come mai il problema non è stato ancora sollevato da nessun costruttore.
Regolare l'anodica con un PWM non è difficile con gli integrati sul mercato, mi pare curioso che nessuno ci ha ancora provato. Io ho preso poche settimane fa un chip PWM e adesso preparerò un breadboard per testarne il comportamento. L'unica cosa che non so è il comportamento del trasformatore di fronte ai fronti ripidi dell'affettamento. Qui entrano in gioco le caratteristiche del ferro e le capacità parassite che sulle armoniche generate dal PWM potrebbero generare perdite strane o risonanze. Vedremo cosa ne esce comunque anche il mio PA balla a causa dell'assorbimento di una decina di volt mentre il valore della rete si muove dai 220 ai 230 secondo le ore della giornata.
73 Godifredo






 Regione Lazio  ~ Prov.: Roma  ~ Città: Roma  ~  Messaggi: 2871  ~  Membro dal: 13/08/2005  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

IK1RQX

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Inserito il - 02/08/2021 : 12:39:46  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IK1RQX Invia a IK1RQX un Messaggio Privato
i0god ha scritto:

ik3umt ha scritto:

Invece di “correr dietro” alla tensione di rete che varia a seconda della potenza assorbita è da ciò che fornisce di momento in momento enel, preferirei fornire i bei 12Vcc regolati e protetti da alimentatore switching che accetta in ingresso 110-240 Vac senza curarmi d ciò che succede lato rete.
Non so invece se preoccuparmi (ma voi esperti in merito me lo suggerirete) della variazione molto più amplificata dell’anodica che vale Vrete X rapporto trasformatore X 1,41 dopo raddrizzatore.
Con una enel che passa da 208 a 230 V (a vuoto) e una caduta di 10-12v lungo il cavo tra vuoto e carico , mi capita di passare dai 198V in TX con Enel fiacca a 230V in RX con Enel “allegra”
Figurarsi l’anodica che escursioni ha….

Il tuo commento è più che giusto tanto che io mi chiedo come mai il problema non è stato ancora sollevato da nessun costruttore.
Regolare l'anodica con un PWM non è difficile con gli integrati sul mercato, mi pare curioso che nessuno ci ha ancora provato. Io ho preso poche settimane fa un chip PWM e adesso preparerò un breadboard per testarne il comportamento. L'unica cosa che non so è il comportamento del trasformatore di fronte ai fronti ripidi dell'affettamento. Qui entrano in gioco le caratteristiche del ferro e le capacità parassite che sulle armoniche generate dal PWM potrebbero generare perdite strane o risonanze. Vedremo cosa ne esce comunque anche il mio PA balla a causa dell'assorbimento di una decina di volt mentre il valore della rete si muove dai 220 ai 230 secondo le ore della giornata.
73 Godifredo



Se usi un trasformatore per i 50 Hz, non collegarlo direttamente all' uscita del ponte ad H dell inverter ma tramite un filto passabasso (esempio un induttanza da 1 mH seguita da due condensatori da 2.2 uF in parallelo) in questo modo filtri l'alta frequenza a cui il brigde commuta (es 20 kHz) e lasci passare la componente a 50 Hz
Oppure usi un trasformatore in ferrite, in alta frequenza con il risultato di diminuire le dimensioni e il peso.
Questa seconda soluzione e' decisamente piu interessante
Per quanto riguarda il pilotaggio, cerca con google "EGS002"
E' una schedina che costa sui 3 euro e comprende tutto quello che serve per pilotare un ponte ad h per fare un inverter sinusoidale.
E' importante alimentare il ponte ad H con una tensione stabile.
Mentre si stabilizza la tensione in DC che alimenta il ponte ad H si fa anche la correzione
del fattore di potenza sulla rete.






 Messaggi: 38  ~  Membro dal: 07/02/2017  ~  Ultima visita: 04/11/2024 Torna all'inizio della Pagina

ix1ixg

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Inserito il - 02/08/2021 : 14:23:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
Ciao Fede,

il tuo ragionamento sicuramente fila, a livello pratico però, ti ritrovi a dover affrontare tutta una serie di considerazioni che alla fine rendono il progetto ideale di difficile realizzazione... nel tuo caso la prima considerazione da fare è relativa allo spazio disponibile all' interno dell' amplificatore... in prodotti commerciali di questo tipo, solitamente, tutto viene ottimizzato in modo da ottenere un prodotto finito di dimensioni più contenute possibili, anche compatibilmente con lo smaltimento del calore prodotto, ammettendo di non riscontrare problemi in questo senso, come ti hanno scritto qualche post sopra, gli alimentatori switching che normalmente si trovano in commercio, mal sopportano le sovracorrenti, ammettendo di scegliere un modello da 10A nel momento in cui lo accenderai, andrà immediatamente in protezione a causa della bassa resistenza che presentano a freddo i filamenti, se invece ne scegli uno da 100A non andrà probabilmente in protezione ma rischierai realmente di rovinare i filamenti dei tubi a causa dello spunto troppo elevato di corrente (con il classico trasformatore correttamente dimensionato questo non accade a causa delle varie perdite introdotte dal trasformatore stesso, resistenza degli avvolgimenti perdite nel nucleo ecc.) a questo o punto, volendo insistere su questo percorso, le soluzioni rimanenti più sensate da adottare rimarrebbero sostanzialmente 2, la prima sarebbe quella di modificare l' alimentatore switching commerciale in modo da farlo partire dolcemente, oppure, progettarne direttamente uno con questa caratteristica, in entrambi i casi dovrai comunque ottenere alla fine e per ovvi motivi un dispositivo silenzioso dal punto di vista EMI... di altre soluzioni, potrebbero essercene una marea, bisogna però sempre fare i conti con le considerazioni fatte inizialmente...

Riguardo all' anodica, dipende un po' da quali risultati finali vuoi ottenere, se curare la tensione di filamento e relativo stadio può risultare utile per allungare la vita media dei tubi, stabilizzarne la tensione anodica, da questo punto di vista, servirebbe un po' meno, ammettendo che lo stadio lavori correttamente ad un determinato valore di tensione, riducendo lo stesso, si otterrebbe sostanzialmente uno spostamento più o meno marcato della classe di funzionamento verso la C, potenza in uscita indistorta inferiore e un aumento dei prodotti di intermodulazione... non sò sino a che punto possa convenire (performance/costi di produzione) adottare uno stadio con tale caratteristica per la tensione anodica, la grande maggiorana degli amplificatori valvolari commerciali non adottano tale soluzione e tutto sommato mi pare di ricordare che le loro performance fossero piuttosto accettabili... i primi 2 che mi vengono in mente TL922 (non stabilizzata) e Henry 2K4 (stabilizzata)... anche in questo caso, stare li a modificare e pasticciare potrebbe essere un problema (sempre per gli stessi motivi), personalmente, se dovesse servirmi uno stadio di alimentazione anodica stabilizzato, lo progetterei completamente dall' inizio, chiaramente completamente a commutazione e ad alta frequenza, in metà spazio e 1/40 del peso non avrei più problemi di sorta.

Nel tuo caso, la soluzione migliore è sicuramente quella che ti hanno già consigliato, uno stabilizzatore di rete... tanti grattacapi e tanto tempo perso in meno... se invece vuoi risparmiare, occupare il minimo spazio, impattare minimamente sull' amplificatore e se il trasformatore per i filamenti possiede una presa sul primario a tensione leggermente inferiore a quella della rete, resistore posto in serie al trasformatore dei filamenti cortocircuitato nel momento in cui passi in tx...

Ciao a Tutti, Dave.






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ik3umt

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Grazie per i commenti,
Il circuito di un ampli valvolare , da quel che ho capito, e' piuttosto "di bocca buona" nel senso che "magna de tutto" a livello di anodica, difatti non ho mai visto schemi di ampli HF usuali con anodiche stabilizzate , se si verifica una variazione del 5-10% penso non sia un dramma.
Il problema nel mio caso e' duplice, rischio reale di danneggiare i tubi e intervento delle protezioni relative.

Se almeno la tensione di filamento fosse stabilizzata... un paio di problemi in meno, avevo preso al balzo l'idea avendo uno switching 12V-50A in casa.
Magari opto per uno soft-start casalingo di cui potreste darmi uno spunto

Riguardo allo stabilizzatore avevo aperto dei post sulla versione ad autotrasformatore con secondari switchati a rele' (con relativa pappardella di post sulle soppressioni degli archi sui contatti dei rele' a carico, ricordate?).
Comunque l'ho realizzato e funziona egregiamente , solo che e' a step di 6Vac ed e' manuale, quindi devo stare sempre con un occhio alla Vin per non ritrovarmi con 250v quando enel sale...
In quanto a stabilizzatori automatici, il problema gia' a suo tempo sollevato e' quello della correzione continua della tensione sotto cali impulsivi quando trasmetto in telegrafia oppure comunque cali variabilmente irregolari quando trasmetto in fonia.
Gli stabilizzatori automatici per comuni mortali sono di tipo a rele' che commuta spire di secondario o tipo variac rotante controllato da uP
I ferro saturo non so se possono fare al caso nostro appunto in virtu' di questi sbalzi repentini sotto modulazioni.
Se poi ne esistono di elettronici superveloci e con gestione di 15-20-30 Ampere e oltre , sicuramente sono prodotti industriali che costano come un'automobile.....






Modificato da - ik3umt in data 02/08/2021 21:35:26

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ix1ixg

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Inserito il - 03/08/2021 : 12:42:10  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
Ciao Fede,

si i tubi sono generalmente decisamente più tolleranti della loro controparte a stato solido, essendo però più soggetti ad usura, qualche precauzione per prevenirla non guasta certamente...
Nel tuo caso, con alimentatore switching già bello pronto, non puoi certamente pesare al classico soft start con resistore posto lato rete, volendo proseguire per questa strada, dovrai necessariamente intervenire dalla parte a bassa tensione, a tal proposito, considerando un assorbimento complessivo dei tubi di circa 4A per ogniuno su 12.6 V, sarà sufficiente posizionare un resistore da circa 1.2 Ohm in serie ai filameto per 8...10 secondi per poi cortocircuitarlo con un rele... si potrebbe in alternativa modificare l' alimentatore per farlo partire molto dolcemente ma servirebbe la documentazione tecnica relativa, oppure, volendo cambiare strada, raddrizzare e stabilizzare la tensione utilizzata correntemente per accendere i filamenti attraverso un regolatore a basso dropout limitato in corrente adeguatamente disegnato... In funzione dello spazio necessario e della semplicità realizzativa, forse la prima soluzione è quella da preferire...

Se ti servono dettagli, schemi o altro puoi contattarmi privatamente (“my_callsign"@libero.it) chiaramente e come sempre in completo ham spirit senza richieste di compenso di alcun tipo.

Ciao a Tutti, Dave.






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ik3pda

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ix1ixg ha scritto:
considerando un assorbimento complessivo dei tubi di circa 4A per ogniuno su 12.6 V, sarà sufficiente posizionare un resistore da circa 1.2 Ohm in serie ai filameto per 8...10 secondi per poi cortocircuitarlo con un rele...


le care vecchie "amperite" raccattate in anni di fiere serviranno pure a qualcosa






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ix1ixg

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Inserito il - 04/08/2021 : 12:55:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
ik3pda ha scritto:
le care vecchie "amperite" raccattate in anni di fiere serviranno pure a qualcosa


Mi fai venire in mente i sacchetti sorpresa venduti alle fiere... con 5 o 10 euro ti portavi a casa tutta una serie di componenti fuori da ogni logica (linee di ritardo, condensatori da 6.3 V 10000 uF, condensatori con valori normali ma grandi come barattoli di marmellata acc.) praticamente inutilizzabili... con un po' di fortuna, forse riuscirai a piazzare da qualche parte le vecchie amperite... io il contenuto dei sacchetti sorpresa lo ho semplicemente smaltito, evitando di beccarmi le maledizioni di qualche amico a al quale avrei potuto regalarlo...

Ciao a Tutti, Dave.






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ik3umt

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Inserito il - 05/08/2021 : 21:46:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Domandona da ignorante : ma dei PTC in serie ai filamenti ??






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ik3bew

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Inserito il - 06/08/2021 : 01:06:23  Link diretto a questa risposta
ciao Federico

ricordo la vecchia discussione sugli stabilizzatori di rete e se non mi sbaglio accennavi anche alla lunghezza della linea di alimentazione che già di per se provocava cadute di tensione eventualmente mi confermerai se ricordo bene

gli NTC e PTC sono lenti nella risposta e resta da vedere se ne esistono di basso valore in grado di sopportare quelle correnti, personalmente io non ne conosco ma non è detto e poi come li usi? bisogna attaccarli da qualche parte in modo da sentire le variazioni di temperatura legate alle variazioni di tensione per me non è fattibile comunque se qualcuno ne sa di più ben venga

piuttosto butto li un pensiero, se invece di alimentare i filamenti in continua li alimento con un inverter 12Vac uscita sinusoidale magari anche a 50Hz risolvo tutti i problemi anche quelli delle protezioni, in fondo mi bastano 150W con qualche cosa in più giusto per avere un po di margine e come punto di partenza si potrebbe usare un prodotto commerciale con uscita a 220Vac modificando il trasformatore e la circuiteria dove necessario, personalmente non mi è mai capitato di fare una modifica di questo tipo ma non penso sia complicato eseguirla



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ix1ixg

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Inserito il - 06/08/2021 : 14:20:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ix1ixg Invia a ix1ixg un Messaggio Privato
Ciao Fede,

ammettendo di trovare qualche NTC (componente con coefficiente negativo, la sua resistenza diminuisce con l' aumentare della temperatura, il PTC è caratterizzato da coefficiente positivo con comportamento opposto) con adeguate caratteristiche, dovrai poi preoccuparti anche di mantenerlo ad una temperatura costante, altrimenti il suo valore varierà inevitabilmente vanificando di fatto la stabilizzazione...

Ciao a Tutti, Dave.






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