FORUM RADIOAMATORIALE - Ma le valvole TV ...
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ik1zyw

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Inserito il - 24/01/2021 : 23:30:12  Link diretto a questa discussione  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik1zyw Invia a ik1zyw un Messaggio Privato
Ciao.
Il mio ricordo della TV a valvole è legato allo "scatolone" enorme in soggiorno dai nonni materni, che potrei aver smontato alla fine degli anni '80. Ora mi sto avvicinando al mondo dei tubi a vuoto, ma con ottica HAM.

Seguendo i siti di compravendita mi pare di capire che le valvole TV siano quelle "che nessuno vuole", e quindi tendenzialmente molto economiche. Ovviamente è più probabile che qualcuno accenda ogni tanto una radio a valvole, ma non una TV e quindi il mercato detta le regole.

Da profano chiedo: ma quelle valvole impiegate negli stadi RF ed IF (BF?) delle TV, non possono riprendere vita nelle nostre onde corte? O tutti quei pentodi non sono proprio adatti per un RX dei 40m, o un TX (CW) dei 20m?

Dritte, schemi, sigle sono benvenuti!

73,
Paolo IK1ZYW






 Firma di ik1zyw 
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 Regione Piemonte  ~ Prov.: Torino  ~ Città: Torino  ~  Messaggi: 698  ~  Membro dal: 08/04/2005  ~  Ultima visita: 29/07/2024

i5ydq

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Inserito il - 25/01/2021 : 00:17:56  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i5ydq Invia a i5ydq un Messaggio Privato
Beh, in realtà le valvole più costose, non parlo di triodi o pentodi di trasmissione ad alta dissipazione anodica, sono proprio quelle dell' orizzontale dei TVC antichi, vedi 6KD6, 6JS6, 6LQ6 etc!
Anche tante valvole utilizzate negli stadi di IF e RF vengono vendute a caro prezzo in quanto utilizzate nei ricevitori e trasmettitori vintage degli anni 60 e 70, vedi 6BZ6, 6BA6, 6AU6 etc.!
Rimangono la serie di valvole economiche che utilizzano tensioni di accensione del filamento diverse dai classici 6,3 Vac, tali valvole rendevano economici i Televisori in quanto, mettendo in serie i filamenti dei numerosi tubi elettronici presenti, permettevano di eliminare il trasformatore di alimentazione!
Con questi ultimi si potrebbe fare qualche autocostruzione economica ma le difficoltà per alimentare i filamenti di solito scoraggiano chi si cimenta in tali costruzioni!
Cmq l' idea è interessante, aspettiamo i riscontri!
73
Franco






 Regione Toscana  ~ Prov.: Arezzo  ~ Città: Badia Tedalda  ~  Messaggi: 288  ~  Membro dal: 24/12/2004  ~  Ultima visita: 07/08/2024 Torna all'inizio della Pagina

I4YFC

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Inserito il - 25/01/2021 : 04:18:59  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I4YFC Invia a I4YFC un Messaggio Privato
In realtà non é corretto chiamare "economiche" le valvole usate sui televisori se per tali valvole intendiamo la serie "P" , anche se Franco ha correttamente precisato che si tratta di valvole che hanno tensioni di filamento molto diverse dai soliti 6,3 volt in quanto, come giustamente detto, erano nate appunto per essere messe tutte in serie tra loro risparmiando così il trasformatore di alimentazione perché i progettisti dei TV avevano calcolato di fare una serie la cui somma dei singoli filamenti risultasse di 220V in modo da alimentarle con la rete.

Casomai ad essere economici erano i TV B/N costruiti nell'Italia degli anni 60 dalle mille fabbrichette nate spesso dal nulla in cantine di periferia e che sfornavano apparecchi a buon mercato ma spesso privi di ogni requisito di sicurezza perché avevano i telai connessi con la rete a 220 !!!

Ma tornando alle valvole della serie "P", in realtà, ad esempio, una EL 500 e una PL500 sono esattamente identiche così come sono esattamente identiche una PCL82 e una ECL82 o una PCF86 e una ECF86.

L'unica differenza tra le valvole serie "E" e le serie "P" é appunto la tensione di filamento ma per il resto hanno prestazioni esattamente uguali tanté che anche le case costruttrici come Phlips ad esempio le citano in unico data sheet evidenziando solo la differenza del filamento.

Il problema nell'utilizzo delle valvole "P" casomai é proprio nella difficoltà di "accenderle" in quanto hanno tutte tensioni di filamento differenti e l'unica cosa in comune che hanno é la corrente cui vanno accese e che é di 300mA ma ci possiamo trovare valvole con tensioni di filamento di 4,5, 8, 15, 25 volt ecc. per cui é evidente che non possiamo prevedere un trasformatore che abbia tanti secondari quante sono le valvole da accendere.

In questi casi, se proprio si vogliono usare valvole ex TV per un progetto, occorre prima di tutto definire il progetto stesso e decidere quali valvole si vorranno usare, dopo di che basterà controllare il datasheet e vedere le singole tensioni di ogni valvola sommandole tutte in modo da metterle in serie.

La tensione risultatnte sarà quella da fornire alla "serie" per cui é abbastanza scontato che si dovrà far avvolgere un trasformatore appositamente con un secondario adatto.

Se ad esempio volessimo costruire un lineare usando 4 valvole TV tipo PL509 che hanno una tensione di filamento di 40 volt e una corrente di 300mA, mettendole in serie avremo bisogno di 4x40=160 volt per i filamenti, ma se le valvole fossero solo 2 allora basterebbero 80 volt (oppure 40volt se le mettessimo in parallelo)

Se invece volessimo usare una PCL82 ad esempio per fare un piccolo amplificatore da 5 o 6 watt, il suo filamento richiederebbe 16 volt.

Questo é il motivo per cui le valvole TV hanno avuto scarso "appeal" nel campo dell'autocostruzione ma per il resto non sono assolutamente valvole economiche in quanto vanno esattamente come le sorelle a 6,3 volt,

Sono solo "scomode" da utilizzare per un autocostruttore abituato ad usare valvole tutte a 6,3 volt.






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i4YFC - Fabrizio
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I1WSM

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Inserito il - 25/01/2021 : 09:05:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I1WSM  Clicca sul telefono per chiamare con Skype  I1WSM Invia a I1WSM un Messaggio Privato
I4YFC ha scritto:

....: i progettisti dei TV avevano calcolato di fare una serie la cui somma dei singoli filamenti risultasse di 220V in modo da alimentarle con la rete.

Perfettamente d’accordo su tutto tranne che "a quei tempi" la tensione di rete era 125 volt.......
saluti silvano






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in3hez

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Inserito il - 25/01/2021 : 13:52:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di in3hez Invia a in3hez un Messaggio Privato
I1WSM ha scritto:

I4YFC ha scritto:

....: i progettisti dei TV avevano calcolato di fare una serie la cui somma dei singoli filamenti risultasse di 220V in modo da alimentarle con la rete.

Perfettamente d’accordo su tutto tranne che "a quei tempi" la tensione di rete era 125 volt.......
saluti silvano


Curiosità Silvano: possibile che in casa all’inizio degli anni ‘60 ci fossero due contatori, uno a 120 e uno a 220? Ho ricordi confusi da bambino ...
Grazie
Andrea






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IN3HEZ Andrea # Sezione ARI Trento # IQ3TN N01

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ik3avm

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Inserito il - 25/01/2021 : 18:51:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3avm Invia a ik3avm un Messaggio Privato
Giocare con le valvole è fastidioso oggi, anche se il Ravalico è sempre affascinante per chi era giovane negli anni '60.
Fastidioso per quattro motivi, uno più importante dell'altro: l'accensione, l'anodica, il trasformatore d'uscita, la costruzione del telaio.
(le valvole dei lineari non fanno testo, lasciamole stare)
---
Ho provato a fare un esperimento: ho preso 50 valvole varie che avevo doppie o triple dalla mia raccolta (serie E e serie P), le ho messe in una bella scatola e le ho poste in vendita a prezzo irrisorio in uno di quei mercatini dell'usato (molto frequentato) che ormai ci sono dappertutto.
Risultato: è quasi un anno che sono là.
Che belle! Che belle! Guarda le vecchie valvole! Ma nessuno le vuole.
E là rimarranno; io sono stufo di costruire l'ennesima supereterodina che ne consuma al massimo una manata e me ne rimarranno in eterno altre mille-mila inutilizzate.

That's all, volks!
Alberto






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I4YFC

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Inserito il - 25/01/2021 : 18:56:03  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I4YFC Invia a I4YFC un Messaggio Privato
I1WSM ha scritto:

I4YFC ha scritto:

....: i progettisti dei TV avevano calcolato di fare una serie la cui somma dei singoli filamenti risultasse di 220V in modo da alimentarle con la rete.

Perfettamente d’accordo su tutto tranne che "a quei tempi" la tensione di rete era 125 volt.......
saluti silvano


Silvano,
questa volta mi trovo in disaccordo con te, anche perché già all'età di 12 anni nei pomeriggi dopo scuola frequentavo il laboratorio di riparazioni TV di un carissimo amico di famiglia coetaneo di mio padre, che mi ha insegnato tante cose sui televisori:

Innanzi tutto almeno nella mia Piacenza, già negli anni 50 avevamo il 220 e il primo TV che comprò mio padre fu un Radiomarelli RV108 (che possiedo tutt'ora), modello di punta della Radiomarelli (costava 170 mila lire e mio padre guadagnava 50mila al mese...) e che come tutti i TV di quell'epoca, aveva il trasformatore di alimentazione (addirittura col cambio tensione doppio con anche il +10v e -10v) e montava tutte le valvole rigorosamente a 6,3 volt a parte la raddrizzatrice a 5V.

Poi, mi pare nel 61 o 62, arrivò il secondo canale e per l'occasione mio padre acquistò un DERMONT (fatto a Pavia credo dalla Prandoni) con tubo 23" BONDED a 110° e valvole in serie che andava SOLO a 220.

Oltretutto, essendo quel tecnico amico di famiglia, ogni volta che c'era qualche novità eravamo tra i primi a saperlo e in quanto all'assistenza era come il.... medico di base.. anzi, di più in quanto a quell'epoca spesso era d'uso comprare il TV da chi poi te lo installava e te lo riparava, anche perché in quei tempi i televisori si rompevano... anche spesso... ma si riparavano altrettanto spesso con facilità...

Ricordo che nel laboratorio dell'amico si riparavano tantissimi televisori, sia quelli più vecchi ancora con tubo a 90° e trasformatore, sia quelli più recenti con tubo a 110° e valvole in serie, ma non ho mai visto TV con valvole in serie funzionanti con tensione diversa dal 220.
A volte mi capitava anche di accompagnarlo dai clienti dove si recava portando con se la famosa "valigia delle valvole" che gli consentiva di fare piccole e semplici riparazioni senza privare il cliente del televisore, questo quando si trattava della semplice sostituzione di una valvola bruciata o esaurita.. e queste "trasferte" per me erano uno spasso... meglio del doposcuola...!!!

Ricordo di averlo accompagnato anche in alcune località di montagna dove avevano ancora il 160V e che per far funzionare i nuovi televisori con valvole in serie si dovevano usare per forza stabilizzatori che avevano la tensione di ingresso regolabile mediante cambio-tensione e tensione di uscita fissa a 220.

Di questi stabilizzatori ne possiedo ancora un paio fatti a valigetta, pesantissimi, marca AROS e ti confermo che avevano il cambio-tensione solo in ingresso mentre la tensione in uscita uscita era rigorosamente fissa e stabilizzata a 220, anche perché in quei paesini sperduti spesso la tensione era ba11erina e lo stabilizzatore (a ferro saturo) ne mitigava i brutti effetti sulle dimensioni dell'immagine che si allargava o si stringeva.

Per cui sono più che certo che almeno tutti i televisori che si é iniziato a produrre dai primi anni 60 e che avevano le valvole in serie andavano già solo 220.

E' invece possibile che, come ho detto, in qualche caso li facessero funzionare a 160 o 125 ma usando gli stabilizzatori.

Ricordo che di stabilizzatori ne esistevano sostanzialmente di due tipi, c'erano quelli economici senza cambio tensione che andavano solo a 220 ed erano dei banali Autotrasformatori risonanti che però non garantivano nessun isolamento (e stabilizzavano poco).
Poi c'erano quelli più costosi come appunto i due Aros che possiedo e che oltre ad avere il cambio-tensione sul primario, erano anche dei veri Trasformatori e quindi garantivano anche l'isolamento galvanico, utile nel caso dei televisori con valvole in serie.

Infatti finché abbiamo posseduto quel televisore B/N con valvole in serie abbiamo sempre lasciato sotto l'Aros sia per avere la tensione stabilizzata (cosa che a quei tempi non era così garantita come oggi) sia per motivi di sicurezza essendo lo chassis del televisore connesso elettricamente alla rete.

Bei tempi.....per cambiare una valvola non serviva il microscopio...!!!






Modificato da - I4YFC in data 25/01/2021 19:11:59

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i4YFC - Fabrizio
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I4YFC

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in3hez ha scritto:
Curiosità Silvano: possibile che in casa all’inizio degli anni ‘60 ci fossero due contatori, uno a 120 e uno a 220? Ho ricordi confusi da bambino ...
Grazie
Andrea


Dipendeva dalle zone e dalle compagnie di produzione.
Prima della nazionalizzazione dell'Energia Elettrica che portò alla creazione dell'ENEL in ogni regione, provincia o città c'erano diversi produttori e diversi gestori come l'AEM, la Brioschi, la SEEE, l'Edison, ecc. e ognuno faceva un pò quello che voleva.

Il 220 nasce come tensione trifase concatenata e fornendo come tensione stellata monofase il 127 (chiamato per semplicità 125). Ma già nei primi anni '60 in molte città c'era già il 380 trifase e il 220 era divenuto il "monofase" del 380.

Può darsi che in certe città o in certi quartieri e anche nello stesso palazzo fosse stato disponibile sia il 127 che il 220 in quanto il 127 era il monofase del 220, anche se in questo caso la fornitura 220 era probabilmente derivabile solo in trifase o in monofase ma utilizzando solo 2 fasi in modo peraltro alquanto improprio.

Credo di poter escludere che nello stesso palazzo arrivasse più di una linea trifase.

E' però possibile che in presenza di officine o artigiani vi fosse chi avesse fatto richiesta del 380 trifase per esigenze legate alle loro macchine laddove magari era già presente la linea trifase a 220.

D'altra parte gli anni 60 sono stati proprio quelli della nazionalizzazione e della unificazione per cui é possibile che nell'ambito della revisione della rete vi siano state delle situazioni transitorie con presenza di vecchie linee accanto alle nuove.

Ricordo che mio padre mi raccontò che quando si sposò nel 49 avevano ancora il 127 in casa e che dopo 2 anni dovettero cambiare tutte le lampadine con quelle a 220, ma ricordo anche che mi disse che un anno dopo la mia nascita, egli comprò il primo frigorifero a motore, e questo funzionava già a 220 per cui ne deduco che nel '52 a Piacenza avevamo già il 220.






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i4YFC - Fabrizio
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ik1zyw

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Inserito il - 26/01/2021 : 09:10:19  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik1zyw Invia a ik1zyw un Messaggio Privato
Ciao.
Grazie per le bellissime risposte e lo scambio di ricordi. Continuate pure , ma mi pare doveroso farmi vivo dato che ho posto io la domanda.

ik3avm ha scritto:

Giocare con le valvole è fastidioso oggi, anche se il Ravalico è sempre affascinante per chi era giovane negli anni '60.
Fastidioso per quattro motivi, uno più importante dell'altro: l'accensione, l'anodica, il trasformatore d'uscita, la costruzione del telaio.
(le valvole dei lineari non fanno testo, lasciamole stare)


i4yfcha scritto:


Sono solo "scomode" da utilizzare per un autocostruttore abituato ad usare valvole tutte a 6,3 volt.


Essendo un profano delle valvole e vista la scarsa disponibilità di alcuni pezzi fondamentali come i trasformatori, non vedo molta differenza tra cercare di polarizzare un GaAsFet per un PA microonde e far funzionare una valvola. Lo scrivo meglio: non avendo preconcetti ed esperienza pregressa, sono tutti problemi di progettazione da risolvere (solo che le valvole non richiedono il microscopio come qualcuno ha fatto notare). E per me il divertimento sta più nel "progettare" che poi nel "usare".

Mal che vada farò i calcoli per usare la fievole e calda luce dei filamenti per rinnovare le luci dell'albero di Natale . O ec.1tare il gas dentro le stabilizzatrici o thyratron con una sorgente a RF: è sempre un modo per parlare delle "belle vecchie valvole".

Continuo a cercare un lotto di valvole TV. Mal che vada qualcuna sarà pure radioattiva (già incontrata, ma non credo fosse per applicazioni di ricezione televisiva)

73,
Paolo ZYW






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iw5ci

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Inserito il - 26/01/2021 : 17:58:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di iw5ci  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di iw5ci Invia a iw5ci un Messaggio Privato
Credo che oggi, il mercato delle valvole sia diviso tra gli appassionati di HIFI , i collezionisti di radio d'epoca e i radioamatori.

Chi costruisce ampli e preampli wifi ha fatto salire il prezzo di alcune valvole a livelli ignobili..... cito le EL84 (che per fortuna sono sostituibili con la versione russa) e le 6V6 in vetro che per noi radioamatori posso essere sostituite con le versioni metalliche.

Le finali di riga TV , qualunque esse siano, sono sempre care. I possessori di FT-101, delle linee Drake di molti lineari obsoleti, devono fare salti mortali per trovarle a prezzi decenti.

chi colleziona radio d'epoca in legno, salvo che non siano davvero antiche, di solito riesce a trovarle ancora a prezzi bassi, alcuni occhi magici esclusi.

Un altro tipo di valvola che e' salita tanto di prezzo e' la categoria dei Nixie, perche' oggi c'e' il revival degli orologi a nixie.

Per fortuna le valvole sono ancora molto diffuse ed e' possibile trovare quasi sempre la valvola che si cerca, meglio ai mercatini ma anche su Ebay.

Terrorizzato da vedere i miei apparati muti a causa della morte delle valvole non piu' reperibili, negli anni ho accumulato molte valvole di scorta , con il risultato che negli anni salvo casi rarissimi, non ho mai avuto bisogno di sostituirle sulle mie radio.

L'unica valvola che si e' bruciata negli ultimi due anni e' pero' anche l'unica che non sono mai riuscito a ritrovare.... la famigerata 4H4C regolatrice montata su un NATIONAL NC303. O meglio l'ho ordinata dagli stati uniti ed e' arrivata rotta...
Per fortuna una 6V6 la sostituisce perfettamente senza andare ad alterare la stabilita' in ricezione.







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Iw5ci Op. Andrea - Firenze

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ik3avm

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Inserito il - 26/01/2021 : 19:28:16  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3avm Invia a ik3avm un Messaggio Privato
ik1zyw ha scritto:

... non vedo molta differenza tra cercare di polarizzare un GaAsFet per un PA microonde e far funzionare una valvola...

...continuo a cercare un lotto di valvole TV. Mal che vada qualcuna sarà pure radioattiva (già incontrata, ma non credo fosse per applicazioni di ricezione televisiva)

73,
Paolo ZYW


Ciao Paolo, la differenza (pratica) è grande, perchè c'è di mezzo la tensione anodica.
Trasformatori a bassa tensione se ne trovano a quintali a costo irrisorio.
Trovare invece un trasformatore di alimentazione per giocare con le vecchie valvole è invece un problema (soprattutto economico: dobbiamo giocarci, non fare un lineare).
Idem trovare i trasformatori di uscita.
L'accensione non è mai un problema (6 V per la serie E e per la serie P un trasformatore per le varie combinazioni di filamento si trova sempre).
Fare il telaio può essere un divertimento, dipende dalla manualità.

Che valvola radioattiva (!) hai trovato? Come hai verificato che lo fosse? Non certo le televisive!

73 A.







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I4YFC

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Inserito il - 26/01/2021 : 19:52:40  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I4YFC Invia a I4YFC un Messaggio Privato
ik1zyw ha scritto:
... non vedo molta differenza tra cercare di polarizzare un GaAsFet per un PA microonde e far funzionare una valvola.


Beh, la differenza, come ti hanno fatto notare, c'é ed é la difficoltà nel reperire o far avvolgere trasformatori piuttosto pesanti ed ingombranti e spesso con tensioni e/o prese altrettanto strane.

L'altra differenza, che poi é quella che invece a me piace moltissimo e che già negli anni 60, anche se i transistor esistevano già da parecchi anni e tutto sommato non costavano più di una valvola (alla GBC una ECC82 la pagavi 600 lire, quanto un AC126 o un OC70) io preferivo paciugare con le valvole perché se anche sbagliavi qualche collegamento o ti scappava il cacciavite dove non doveva, la valvola ti "avvertiva" facendo strani versi e magari iniziando a diventare rossa o blu prima di defungere.
Invece, se facevi la stessa cosa con un AC126 o un OC170, non facevi in tempo ad accorgeti di nulla perché defungeva senza dare alcuna traccia salvo magari, in qualche caso, diventare bollente... ma quando te ne accorgevi era troppo tardi...

Bruciare una valvola era quasi impossibile ma bruciare un transistor, sopratutto al Germanio, era facilissimo....

Ecco perché preferivamo le valvole nonostante tutto e nonostante la complicazione dell'alimentazione (e dei trasformatori di uscita come qualcuno ha ricordato).

Per quanto riguarda l'oggi, personalmente preferisco acquistare una EL84 vecchia usata sui mercatini piuttosto che una proveniente dalla Cina o dalla Russia.
A detta di molti, non c'e paragone con le vecchie Fivre, Philips, Silvanya, Tunsgram, ecc. ecc.






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i4YFC - Fabrizio
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iz1iad

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Inserito il - 26/01/2021 : 21:27:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di iz1iad Invia a iz1iad un Messaggio Privato
Buonasera a Tutti,
Carissimo Paolo, vedo con piacere l' interesse per le valvole in tutte le loro poliedriche essenze.
Se cerchi della schemistica, troverai in rete vecchie riviste come " Siatema A, Sistema Pratico, Cd Elettronica, Radiorama, Popular Electronics, Radio & tv news " di cui il Sig. Introni ha curato - lavoro incredibile ed emerito - scansione e publicazine !
Il mondo industriale delle valvole ha avuto il suo lento declino con l'arrivo dello stato solido che ha introdotto un costante calo dei costi di produzione innanzitutto, l'elettronica è l'unica industria ove i prezzi sono in continua diminuzione. La reazione industriale pro valvole fu l'abbattimento costi con alimentazioni senza trasformatori es. le radio serie "ANIE" a 4 valvole, i filamenti alimentati come lampadine di natale e un polo della rete 125 o addirittura 220 a massa sul telaio... altro che doppio isolamento ecc. se si girava la spina o si guastava il condensatorino di antenna erano scosse e fulminacci.
Ai giorni ns. è comunque interessante un ritorno per studio ai tubi, tenendo presente che viste le potenze ridotte si puo' ovviare alla irreperibilità dei trasformatori di alimentazione con un paio di trasformatori 220/6V , il primo alimenta i filamenti e il circuito a 6 V del secondo, cosi' ritrovi la 220 separata da rete per l'anodica. Nel caso poi di valvole con tensioni di filamento strane, è possibile usare un trasformatorino standard e inserire una resistenza serie per adattare la tensione tenuto conto dell'assorbimento dei filamenti.
Ci sono anche valvole troppo specializzate es. PY81 e quindi inutilizzabili, esperienze terribili con la ECF82 e la PCL85, forse esemplari gassati ? Ottime riuscite invece con la serie EF e le miniatura 6AU6/6BA6/6CB6/6CD6/6BZ6/6AH6 di cui esistono versioni a 5V.. Interessanti i Compactron se trovi anche lo zoccolo e i nuvistor es 6CW4 praticamente scomparsi seppur eccezionali.
Il discorso è lungo ma è bello riscoprire queste tecnologie, pensa che con un ricevitore a reazione a due valvole ricevevo la SSB e le broadcasting come Radio Japan con 6 mt di antenna.
Be, allora buon lavoro e augurissimi!
73 de iz1iad Raffaele






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ik3umt

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Inserito il - 26/01/2021 : 21:51:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik3umt Invia a ik3umt un Messaggio Privato
Io mi ricordo che nelle prese da 10A (piccole) c’era la 125 mentre nelle 16A (grandi) c’era la 220 , non ricordo com’erano allacciate al contatore...





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Perche' i migliori DX sono tutti in FT8 ?
Big guns ?? : Un dipolo su una canna da pesca !
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in3hez

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ik3umt ha scritto:

Io mi ricordo che nelle prese da 10A (piccole) c’era la 125 mentre nelle 16A (grandi) c’era la 220 , non ricordo com’erano allacciate al contatore...


Sono sicuro nel mio condominio quando ero bambino ogni appartamento aveva due contatori, ma non sapevo allora che controllassero la distribuzione di due diverse tensioni. Ora comprendo fosse una situazione transitoria, ma da noi deve essere durata un bel po’ ;-)
Andrea






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I4YFC

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ik3umt ha scritto:

Io mi ricordo che nelle prese da 10A (piccole) c’era la 125 mentre nelle 16A (grandi) c’era la 220 , non ricordo com’erano allacciate al contatore...


La situazione della rete di distribuzione dell'energia elettrica prima della nazionalizzazione era molto variegata e non é escluso che in alcuni casi vi fosse la convivenza di più reti con tensioni diverse.

Nel tuo caso, se come dici avevate tensioni diverse nelle varie prese, é possibile che avessero portato nel tuo appartamento direttamente la linea trifase 220 connettendo alle prese da 16A due fasi in modo da fornire il 220 alle nuove apparecchiature, e portando invece la terza fase col neutro alle prese da 10A (che però a quell'epoca erano ancora classificate da 6A) in modo da fornire ancora il 125 per le vecchie apparecchiature.

In questo caso il contatore era comunque uno solo, trifase, e poteva contabilizzare l'energia erogata da tutte le fasi semplicemente facendo la somma vettoriale delle correnti erogate da ciascuna delle tre fasi.

Devo dire che nella mia Piacenza già negli anni '50 la 125 monofase era sparita ed era stata soppiantata dal 220 monofase, a sua volta derivato dal 380 trifase.

Probabilmente ciò era dovuto ad alcuni fattori concomitanti tra cui la presenza già da molti anni accanto alla città di una grande centrale elettrica costruita nel 1923 e che all'epoca poteva erogare fino a 150MW e che ha funzionato fino al 62 quando le fu affiancata una nuova centrale capace di circa 700MW, dopo di che é stata dismessa.

Probabilmente la disponibilità di energia prodotta in tale quantità a meno di un Km di distanza dalla città ha contribuito a modernizzare rapidamente anche la rete di distribuzione tantè che come ho scritto nel mio precedente post, già negli anni 50 da noi la tensione era ormai a 220 volt ovunque, tranne che sulle località dell'appennino dove peraltro l'energia era fornita da varie centraline idrauliche costruite sui vari fiumi e torrenti presenti e gestite spesso da piccole compagnie di produzione.

Che Piacenza sia una città che non ha mai avuto problemi di energia elettrica probabilmente é grazie anche alla sua posizione geografica situata sul PO (le centrali termo elettriche a turbina hanno bisogno di tanta acqua per funzionare e raffreddarsi), cosa che fu determinante anche per la scelta di costruirvi la Centrale Nucleare di Caorso, quarta in Italia ma all'epoca la più potente con quasi 1GW di potenza, la cui vita però é stata molto breve perché iniziata nel 1970 e messa in funzione nel 1981, è stata spenta nel 1986 per i noti motivi e ormai totalmente smantellata.

Scusate per l' OT.....






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i4YFC - Fabrizio
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i5skk

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Inserito il - 27/01/2021 : 08:13:21  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di i5skk Invia a i5skk un Messaggio Privato
Ciao Paolo, che bello e che piacere rileggerti dopo tanto tempo, specie quel bel periodo del QRSS, HI

Non ho letto i commenti di sopra perché lunghi, mi riservo di farlo con calma, intanto ti dico la mia. Le valvole hanno tutt'oggi un grande valore sia radiotecnico che funzionale. Stiamo facendo da molto tempo con l'amico IZ3CQI prove ed esperimenti anche su circuiti che in passato erano considerati per beginners e credimi, le sorprese sono tante e belle. C'è da approfondire discorsi di Radiotecnica come detto, non sempre basta copiare lo schema ecc, se uno ne vuole trarre soddisfazione tecnica. Se no fa il classico "Mopa" e via.

Ti faccio qualche breve esempio : la 6DQ6, è una valvola un po' snobbata a favore di ben più quotate finali RF come 6JB6 & c. Beh io ho sostituito quelle con una coppia di 6DQ6 e vanno benissimo, molto robuste e...molto meno costose.
Ho realizzato un TX con 2 valvole: EL95 oscillatrice e EL81 PA, presa idea da un TX spy tedesco degli anni'50, fornisce circa 10/15W RF e va alla grande, costo bassissimo.

Altro discorso sono le ex valvole sovietiche miniatura dove c'è da esplorare e sperimentare a uffa.
Infine, molte valvole nostrane (Sylvania & c.) hanno equivalenti rrusse ben valide: ho preso di recente 8 valvole russe equivalenti alle 6L6 per fare un ampli-stereo e un TX, pagate un quarto delle americane e del tutto equivalenti, messe nel circuito.
Insomma c'è da divertirsi se uno vuole
Ovvio che la cosa riguarda pochi e dico: per fortuna, così non salgono i prezzi. Ben altro è se uno cerca una ECC82 ad esempio che vedi vendere a prezzi scandalosi.

Insomma se si vuole si fa eccome, se no ci si butta su altro: de gustibus non disputandum est.

Se vuoi in pvt ti racconto di più senza tediare altri e posso esserti forse utile: i0skk.qrpp@gmail.com l'indirizzo.

Una buona giornata ed un buon divertimento in OGNI caso.

73 Ale SKK






Modificato da - i5skk in data 27/01/2021 08:15:32

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IW2DHW

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Inserito il - 27/01/2021 : 09:36:09  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IW2DHW Invia a IW2DHW un Messaggio Privato
Vista la disponibilità nei cassetti di valvole dell'epoca e i ricordi di gioventù quando avevo costruito con le stesse, sarebbe bello sposare la nuova tecnologia degli SDR con le valvole.
Ci sono schemi di questo tipo, sia in ricezione che in trasmissione?

Grazie

Franco Spinelli
IW2DHW






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I2NOY

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Io a Milano zona centrale, tra la fine degli anni '50 e gli inzi degli anni '60 avevo due tensioni diverse.
Sulla forza il 220 e sulla luce il 160. Spero di ricordare bene i valori ma che fossero tensioni diverse sono sicuro.
C'erano autotrasformatori dappertutto in casa, per poter usare gli elettrodomestici alla corretta tensione prevista dal fabbricante.
Ricordo che la situazione evolse velocemente col 220 V per tutto.






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Maurizio

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I2NOY

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Inserito il - 27/01/2021 : 15:54:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I2NOY Invia a I2NOY un Messaggio Privato
IW2DHW ha scritto:

Vista la disponibilità nei cassetti di valvole dell'epoca e i ricordi di gioventù quando avevo costruito con le stesse, sarebbe bello sposare la nuova tecnologia degli SDR con le valvole.
Ci sono schemi di questo tipo, sia in ricezione che in trasmissione?

Grazie

Franco Spinelli
IW2DHW


Caro Franco, hai presente come è fatto un SDR?
Come lo metti insieme un convertitore AD e DA, un computer e delle memorie con le valvole, in grado di elaborare in tempo reale i segnali?






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Maurizio

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ik1zyw

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Inserito il - 27/01/2021 : 16:51:04  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ik1zyw Invia a ik1zyw un Messaggio Privato
Ciao.
Rispondo cumulativamente.

Come ha ricordato Ale SKK, è sempre la filosofia "QRP" ad alimentare la mia curiosità: ottenere un risultato con mezzi limitati, imparando. Genererò un po' di traffico ad Introni andando in cerca di qualche progetto da cui partire.

Per la (tensione) anodica oggi ci sono soluzioni boost-converter che eliminano il problema del trasformatore quasi-introvabile (ma di che tensioni/correnti stiamo parlando, ad es. per un TX CW da 10W? 250V, 50-100mA?). Oppure si mettono due trasformatori back-to-back (oggi sono ottimista).

Le valvole costose, introvabili, da collezionisti le lascio volentieri ai facoltosi appassionati anche se una deroga ogni tanto la faccio per le Nixie. Se ho costruito un RTX CW usando un integrato digitale 74HC240, posso provare a farlo con una valvola inizialmente pensata per altro!

Ecco, il telaio sarà il mio ostacolo maggiore. E reperire gli zoccoli pagandoli più della valvola stessa, ma si costruiscono facilmente.

AVM, di valvole radioattive ne era pieno il mondo :) Un piccolo elenco: http://rhbz.pw/albums/userpics/1004...eadsheet.pdf . Principalmente sono quelle a catodo freddo che dovevano accendersi in fretta, come le stabilizzatrici o riferimenti di tensione. Tutte quelle marcate con Kr85 contengono Krypton85, ormai praticamente non rilevabile. Ma ho incontrato una Western Electric 6140/423A particolarmente allegra. Si rilevano con un contatore Geiger (sonda per emissioni beta nel mio caso). Credo che le migliori "candidate" siano state prodotte negli anni '50. Chiedi agli amici in zona se hanno un contatore Geiger. Paura? Non tenerle perennemente in tasca o sul comodino, ma in cantina o locali non abitati e non corri pericoli. Ma non inquiniamo la discussione sulle valvole TV con questa divagazione.

SDR e valvole? Non per me. Mi avvicino alle valvole proprio per allontanarmi dal computer! E per cortesia aprite un'altra discussione se volete approfondire questo tema, grazie.

73!
Paolo IK1ZYW






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I4YFC

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Inserito il - 27/01/2021 : 19:07:53  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I4YFC Invia a I4YFC un Messaggio Privato
I2NOY ha scritto:

IW2DHW ha scritto:

Vista la disponibilità nei cassetti di valvole dell'epoca e i ricordi di gioventù quando avevo costruito con le stesse, sarebbe bello sposare la nuova tecnologia degli SDR con le valvole.
Ci sono schemi di questo tipo, sia in ricezione che in trasmissione?

Grazie

Franco Spinelli
IW2DHW


Caro Franco, hai presente come è fatto un SDR?
Come lo metti insieme un convertitore AD e DA, un computer e delle memorie con le valvole, in grado di elaborare in tempo reale i segnali?


Come sarebbe un convertitore AD e DA fatto a valvole non saprei, ma negli anni in cui ho lavorato con l'IBM conobbi un vecchio tecnico del service che stava per andare in pensione e che aveva fatto in tempo a vedere i computer a valvole.
E comunque i Flip-Flop fatti con un doppio triodo ce li hanno fatti costruire anche a scuola quando frequentavo l'ITI nel corso di elettronica durante le ore di esercitazioni di laboratorio.
A quel tempo (avevo 16 anni) mi ero spesso domandato a cosa servisse un Flip-Flop detto anche "Multivibratore bistabile" ma poi, negli anni successivi, capii che era l'elemento base delle memorie dei "cervelli elettronici".

Ma tornando al collega dell'IBM, mi raccontava di aver fatto in tempo a ripararne qualcuno e che un banco di memoria da 1KByte era composto da 8000 doppi triodi e arrivava ad occupare anche diversi piani di un palazzo (con una valvola facevi 1 bit).

Il guasto più frequente era ovviamente la bruciatura del filamento per cui c'era da fare la ricerca lungo tutti gli scaffali che contenevano le centinaia e centinaia di Flip-Flop fino ad identificare la valvola spenta da cambiare.

PS: negli anni 70 la GBC mise in vendita lo Spectrum ZX80, un computer con 1KB di memoria (espandibile a 16KB) che inaugurò la dinastia di questi micro-computer domestici e che in pochi centimetri conteneva l'equivalente in capacità di memoria delle 8000 valvole di cui sopra.......!!!!

Ah, una nota doverosa:
A quei tempi, "i programmatori" (l'appellativo softwaristi sarebbe arrivato anni dopo) dovevano veramente essere molto in gamba per riuscire con pochissima Ram a disposizione, a ascrivere programmi semplici, leggeri e che occupassero pochissimo spazio perché la RAM ..... costava...!!!
Lo cito ad uso di coloro cui ormai 1 Terabyte .... fa un baffo !!!


1956: Scheda di memoria IBM da 8 bit (1 Byte)



1977: Spectrum ZX80 - 1KByte Ram base







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i4YFC - Fabrizio
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IW2EYM

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Nota: 

Inserito il - 28/01/2021 : 13:18:26  Link diretto a questa risposta
Messaggio di ik1zyw

Ciao.
Il mio ricordo della TV a valvole è legato allo "scatolone" enorme in soggiorno dai nonni materni, che potrei aver smontato alla fine degli anni '80. Ora mi sto avvicinando al mondo dei tubi a vuoto, ma con ottica HAM.

Seguendo i siti di compravendita mi pare di capire che le valvole TV siano quelle "che nessuno vuole", e quindi tendenzialmente molto economiche. Ovviamente è più probabile che qualcuno accenda ogni tanto una radio a valvole, ma non una TV e quindi il mercato detta le regole.

Da profano chiedo: ma quelle valvole impiegate negli stadi RF ed IF (BF?) delle TV, non possono riprendere vita nelle nostre onde corte? O tutti quei pentodi non sono proprio adatti per un RX dei 40m, o un TX (CW) dei 20m?

Dritte, schemi, sigle sono benvenuti!

73,
Paolo IK1ZYW



Carissimi tutti, buongiorno da iw2eym, purtroppo, o per fortuna le valvole sono tramontate, ma nelle autocostruzioni, sono state il cavallo di battaglia di tutti gli autocostruttori.
Le valvole tv, bah, nei primi tempi erano utilizzate quelle delle radio, dopotutto un ricevitore tv era uguale, groppo vhf, media frequenza, rivelazione a diodo termoionico, poi sono usciti quelli al germanio , e poi c'era eat, la finale di riga, quella più potente ottima si diceva per i vari amplificatori, (tutte p******e) ma parliamo di archeologia elettronica.
Poi c'era la famosa trappola ionica, l'oscillatore bloccato, la trappola audio, il separatore di sincronismo, ecc. ecc.
Tutti questi stadi, sono stati una palestra, giusto per imparare qualcosa e non inchinarsi al diploma della salama da sugo.
Taglio corto, allego un file , lo schema del mio primo televisore, ADMIRAL.
73 a tutti.
non so come fare è circa 976 kb e non lo prende, se qualcuno lo vuole, mi scriva che lo mando








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I0JX

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Inserito il - 28/01/2021 : 19:35:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di I0JX Invia a I0JX un Messaggio Privato
Un paio di considerazioni sulla riutilizzabilità delle valvole di tipo "P" (filamento a corrente di 300 mA):

- si trovano su e-bay svariati alimentatori a corrente costante progettati per accendere stringhe di LED in serie. Per esempio quello mostrato in https://www.ebay.com/itm/42W-MOONS-...AOSw8DZfRwJM eroga una tensione fino a 140V con corrente fissa proprio a 300 mA. Costa poco e sarebbe interessante verificare come vada per alimentare i filamenti di varie valvole di tipo "P" poste in serie.

- va poi osservato come molte valvole di tipo "E" (6.3 V di filamento) siano al tempo stesso delle "P" sotto mentite spoglie. Per esempio la EF86, la ECC83, ed in generale tutte quelle che consumano 0.3 A di filamento, sono al tempo stesso "E" e "P". Questo fatto allarga il ventaglio delle soluzioni che possono essere considerate al momento di progettare l'alimentazione dei filamenti posti in serie.

73, Antonio I0JX







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IZ3OKW

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Inserito il - 29/01/2021 : 16:27:34  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di IZ3OKW Invia a IZ3OKW un Messaggio Privato
I0JX ha scritto:
...si trovano su e-bay svariati alimentatori a corrente costante progettati per accendere stringhe di LED in serie. Per esempio quello mostrato in https://www.ebay.com/itm/42W-MOONS-...AOSw8DZfRwJM eroga una tensione fino a 140V con corrente fissa proprio a 300 mA.


Salve Antonio (e tutti),
non vorrei fare il guastafeste ma quel tipo di alimentatori sono nella maggioranza dei casi dei generatori di rumore (da qualche centinaio di kHz a qualche decina di MHz).
Sono switching ad alta efficienza (fronti ripidi) con trasformatore ridotto all'osso (per risparmiare) e senza alcun serio filtraggio, ne differenziale ne di modo comune. Il contenitore peraltro non è schermante. Aggiungere filtri a posteriori servirebbe a poco. Un buon progetto deve essere intrinsecamente non rumorso [ripidità dei fronti non (troppo) impulsiva] trovando il giusto compromesso tra calore da dissipare e dimensioni.

I0JX ha scritto:
Costa poco e sarebbe interessante verificare come vada per alimentare i filamenti di varie valvole di tipo "P" poste in serie.


Starei molto attento ad inserire un oggetto del genere in un progetto rf ancor di più se valvolare in cui tecnologicamente la parte di segnale è tutta ad alta impedenza .
Una verifica "non ad orecchio" sarebbe comunque senz'altro interessante...

Luca






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